Lettere al Direttore
11 Novembre 2023

Controllore Tper e processo alle intenzioni

di Redazione | 3 min

Buongiorno Direttore,

Vorrei condividere con Lei ed i Suoi lettori questa triste vicenda capitata ad una coppia di miei (anziani ed arzilli) amici.

Oddio, triste… c’è di peggio, ma scrivo perché sui massimi sistemi non possiamo, noi piccoli, intervenire, mentre su situazioni in cui basterebbe un po’ di sano buon senso possiamo e dobbiamo.

Allora, mattina di fine ottobre. I miei amici Mauro e signora, anziani di Roma e molto più in gamba di me (che potrei esser loro figlia), sono a Ferrara, in un albergo del centro, e per andare a Palazzo Schifanoia decidono di usare il bus, premunendosi di regolare ticket presso un rivenditore. Salgono ai Teatini in corso Giovecca in un n. 6 pieno all’inverosimile e, mentre cercano funanbolicamente di raggiungere la macchinetta obliteratrice, vengono beccati dal controllore salito alla fermata successiva (poco oltre, come tutti sappiamo) col biglietto in mano non timbrato.

Brivido, terrore, raccapriccio! Il solerte controllore vuole vederci chiaro: avuta conferma dall’autista del fatto che erano appena saliti, e non potendo non vedere che alla macchinetta non poteva arrivare neanche una zanzara, li fa comunque scendere dal bus, li tiene tre quarti d’ora d’orologio sotto la pioggia e il freddo (sì, era una giornata di ottobre vecchio tipo), telefona a destra e a manca, e poi multa Mauro (perché qui non siam mica a Roma, dove fate sempre i furbi, lo apostrofa con saggezza e sprezzo degli stereotipi) ma non la moglie (?).

Mauro e signora non hanno problemi a cacciare 70 euro (+ 2 del biglietto evaso), ma a passare per furbastri non ci stanno.

Ne parlano con me, e sento nella loro voce il dispiacere per l’ingiustizia e l’umiliazione (lo sappiamo, a Ferrara quando c’è qualcosa da vedere tutti quelli che passano lì vicino fan la faccia tra il virtuoso e lo schifato), oltre il cruccio per i doloretti che un’oretta all’umido ha provocato nel loro corpo.

Non so, ma spero di sì, se Mauro impugnerà la sanzione avanti gli organi competenti. So, invece, che qualcuno dovrebbe insegnare a quel controllore Tper almeno la buona educazione e a Tper stessa che non può punire le persone che essa stessa ha messo in determinate condizioni: voglio dire, tu Tper permetti che l’unica differenza tra bus e scatola di sardine sia la dimensione, e poi te la prendi con Mauro che non riesce a muoversi per andare a timbrare?

La multa la devi fare a chi scende senza aver timbrato, non a chi sta col biglietto in mano in mezzo alla bolgia da te permessa. E se poi decidi che Mauro (tra l’altro, perché solo lui e la moglie no? Forse che il controllore un barlume di dubbio lo aveva?) deve essere multato, evita almeno, cara Tper, gli insulsi e offensivi discorsetti di cui sopra.

Immagino sia fantascienza pensare che un riesame della questione possa riconoscere che il mio amico ha subito un vero e proprio processo alle intenzioni, ritenendo che non volesse proprio timbrare, ma che si tenesse il biglietto in mano come un consumato furbastro che vuole comodamente (si fa per dire) viaggiare senza pagarne il prezzo.

Sarebbe però davvero confortante se venisse riconosciuto che Mauro non ha commesso nessuna violazione, perché ad impossibilia nemo tenetur (in soldoni: per i miracoli non siamo attrezzati) e nemmeno una persona seria e rispettabile come lui è in grado, al momento, di librarsi sopra le teste e sporgersi dall’alto per obliterare (cosa che avrebbe fatto, timbrare dico, appena fosse riuscito a fendere la folla).

La speranza è l’ultima a morire….

Marzia Tralli

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