Politica
26 Ottobre 2023
Lodi chiese di rimuovere un dipendente. Lui e Daniele Bertarelli devono rispondere di induzione indebita

Chiesto il rinvio a giudizio per vicesindaco e il presidente di Cidas

di Redazione | 3 min

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La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il vicesindaco Nicola Lodi e il presidente di Cidas Daniele Bertarelli. Per entrambi l’accusa è quella ‘suggerita’ dal gup Danilo Russo mesi fa: non più concussione ma induzione indebita. Ne risponde chi (il pubblico ufficiale), abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce qualcuno a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità. E chi viene, appunto indotto.

Secondo il nuovo impianto accusatorio il presidente della cooperativa avrebbe eseguito quanto richiesto dal vicesindaco.

E lo avrebbe fatto, stando alla tesi del pm Alberto Savino, per garantirsi il mantenimento dello status quo nei rapporti tra Comune e cooperativa.

D’altronde era stato lo stesso Lodi nella famosa lettera choc del 3 maggio 2020 resa pubblica da Estense.com a chiedere a Bertarelli di rimuovere il dipendente Daniel Servelli, reo di averlo offeso e criticato su Facebook (una frase che gli costò un processo per diffamazione aggravata conclusasi con una multa), dall’incarico che stava svolgendo preso l’ospedale di Cona. Fatto “necessario per mantenere sereni rapporti collaborativi con la vostra cooperativa e che vogliamo non vengano meno per colpa di una persona di questo genere”.

Un cordiale diktat al quale Bertarelli rispose promettendo di attivarsi “senza indugio” e sottolineando “l’interesse della cooperativa alla proficua collaborazione con l’Amministrazione di Ferrara”.

Una collaborazione che al tempo prevedeva diversi contratti e appalti per oltre 1 milione e 600mila euro.

Bertarelli non esegue esattamente quanto richiesto da Lodi, ma procede comunque alla sanzione disciplinare del richiamo verbale (avvenuto il 27 maggio 2020) e successivamente in un ulteriore avvertimento orale, nel corso di una discussione (registrata da Servelli) il 18 agosto successivo.

Pochi giorni prima Lodi aveva sollecitato nuovamente il presidente: il 14 agosto, in seguito ad altri post critici di Servelli, scrive a Bertarelli di “valutare seriamente misure di limitazione di queste azioni”, pena il venir meno del rapporto di fiducia tra ente pubblico e società. Anche qui il destinatario della missiva risponde subito, via mail, promettendo l’adozione di nuove misure, che non si sono realizzate a causa del parere tecnico discorde del responsabile risorse umane di Cidas.

Nel colloquio con Servelli, richiamato appositamente dalle ferie, Bertarelli fa presente al dipendente che aveva messo in difficoltà l’azienda per cui lavorava, creando “un precedente di tensione tra Cidas e vicesindaco” e lo sollecita a troncare ogni atteggiamento di critica verso Lodi “in segno di riconoscenza verso la cooperativa”.

Bertarelli aggiunse nell’occasione che il suo interlocutore non lavorava in Cidas grazie “allo Spirito Santo”. E lo stesso valeva per il fratello e la madre, al tempo dipendenti a loro volta della coop. Se Servelli non avesse dato ascolto a quelle parole “si sarebbe assunto la responsabilità delle sue azioni”.

L’effetto ottenuto fu quello auspicato dal vicesindaco: il dipendente interruppe sul proprio profilo Facebook ogni critica politica contro Lodi.

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