Attualità
25 Ottobre 2023
Marchesiello riferisce di "indiscrezioni giornalistiche" e il sindaco si difende: "Fondamentale il coinvolgimento dell'ente locale"

Uno dei maxi centri di raccolta migranti in Italia sarà a Ferrara

di Redazione | 3 min

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Il quotidiano Domani annuncia l’apertura di un Cpr a Ferrara indicandone la costruzione nell’area dell’ex aeroporto militare .Si parla di una decina di città in tutta Italia che ospiteranno i Centri di permanenza per i rimpatri.

L’edificio, nelle intenzioni del governo Meloni, sarà costituito da un nucleo centrale, composto da moduli abitativi ognuno da 2,4 metri per 6 di altezza, assemblati tra loro. Alle spalle di uno dei lati del panopticon saranno realizzati gli altri locali, sempre con prefabbricati: lo spazio per la polizia di stato, quello per il corpo di guardia, quello per i vigili del fuoco, un altro ancora per il personale dell’azienda che otterrà la gestione del centro.

Al Domani il sindaco Alan Fabbri dice di non saperne nulla e che parlerà con il prefetto Marchesiello. Quest’ultimo contattato da Estense.com dice che si tratta di “indiscrezioni giornalistiche” di cui lui stesso è venuto a conoscenza tramite i giornali. “Magari – aggiunge – non sono ancora stato informato”.

Le indiscrezioni di Domani sono molto ben circostanziate e sono state riprese da molti quotidiani a livello nazionale. Tutto parte dal decreto 124 del 19 settembre scorso dove si prevede la costruzione di Cpr (a regime devono essere uno per regione) finanziati inizialmente con 20 milioni di euro e in capo al ministero della difesa.

Opere pensate quindi come strategiche per la difesa nazionale e, sempre stando alle indiscrezioni di Domani, costruite sullo stile del Panopticon, modello di carcere ideato nel 1791 da Jeremy Bentham, ‘capostipite’ dell’utilitarismo anglosassone. Gli edifici saranno quindi disposti a cerchio e costruiti con moduli rinforzati per evitare vandalismi ma anche studiati per il contenimento delle rivolte, più vicini a dei carcere che a dei luoghi di accoglienza.

I nuovi Cpr previsti dal decreto avranno una capienza detentiva tra i 120 e i 300 posti e, nelle intenzioni del governo, dovrebbero trattenere i migranti in attesa di rimpatrio per un massimo di 180 giorni.

Fabbri a Domani ha rilasciato poche dichiarazione senza addentrarsi nel merito. Spiega di voler rispondere solo quando “ci saranno certezze rispetto al progetto” al centro dell’indiscrezione ma dice anche di ritenere fondamentale il coinvolgimento dell’ente locale in casi come questo.

Se dovessero trovarsi conferme potrebbe essere un duro colpo per il governo cittadino leghista dopo che per anni ha basato la campagna elettorale e l’agire politico in contrapposizione all’accoglienza dei migranti. Ricordiamo le barricate a Gorino capeggiate dal vicesindaco Lodi, seguite da quelle a San Bartolomeo che gli valsero anche una condanna in patteggiamento (“una medaglia al petto” secondo il braccio destro di Fabbri).

Se però fossero gli stessi alleati di governo a livello nazionale a giocare questo tiro mancino, per sindaco Fabbri sarebbe un duro colpo.

Da segnalare anche la contrapposizione dello stesso presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini da sempre schierato contro l’apertura di Cpr anche se per motivi diversi da quelli del sindaco di Ferrara.

Nel frattempo il consigliere Pd Davide Nanni ha depositato una interrogazione per chiedere al sindaco e al vicesindaco se sono a conoscenza del fatto che “il governo intende costruire a Ferrara un nuovo Cpr e, in caso affermativo, se siano favorevoli a tale soluzione ed abbiano avuto interlocuzioni con il Ministero dell’Interno o con la Prefettura per capire capienza e tempistiche di realizzazione della struttura”.

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