di Pietro Perelli
Una donna piange “un uomo buono”. È sul ciglio della strada e fissa le macerie della casa distrutta dall’esplosione che sabato notte ha tolto la vita ad Andrea Binelli, 76 anni, e Gabriella Piccini, 74, schiacciati dalle macerie nel sonno. È la compagna di un amico di Binelli, un suo ex operaio, “ho lavorato per lui un anno e mezzo” dice ai nostri taccuini. Un anno e mezzo nel quale sono diventati amici e ancora continuavano a vedersi. “Mi ha aiutato quando ne avevo bisogno, quando sono arrivato in Italia. Oggi ho un altro lavoro ma continuavamo a vederci come amici”.
Scura in volto anche la figlia dei vicini di casa. Nel tardo pomeriggio del sabato era andato a portare i granchi blu da poco pescati ai vicini, era appassionato di pesca Andrea Binelli. Era andato a vivere nella casa dove un tempo stavano i suoi dirimpettai, lavorava la terra ma a settantasei anni era stanco e aveva deciso di togliere il frutteto.
Oggi in quella casa ci viveva con la ex moglie, Gabriella Piccini, meno conosciuta dai vicini ma anche lei “una donna di buon cuore”. Vivevano sotto lo stesso tetto ma in appartamenti separati quando l’esplosione ha fatto crollare l’abitazione. Le macerie li hanno schiacciati mentre dormivano.
Il corpo di lui è stato ritrovato intorno alle 6.30 di domenica mattina mentre quello di lei alle 11.30 nell’ultima porzione di casa non ancora controllata dai Vigli del Fuoco arrivati da Bologna, Para, Piacenza, Forlì, Rovigo e Venezia. “Ci hanno avvisati – dice uno di loro – ieri sera poco dopo le 22. Il tempo di prepararci e siamo partiti prima di mezzanotte, alle 2 stavamo scavando”. Il vigile con cui abbiamo parlato era sveglio da quasi 24 ore, una corsa contro il tempo nella speranza di salvare Andrea Binelli e Gabriella Piccini.
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