“Purtroppo – scrive sempre Ferraresi -, le segnalazioni di alcuni residenti e frequentatori delle aree, evidenziano il fallimento del presunto patto di collaborazione tra il Comune di Ferrara e la comunità di riferimento, nella gestione delle aree di sgambamento nel territorio comunale”.
Ferraresi ritiene quindi “necessario fornire un’adeguata informazione ai proprietari dei cani che frequentano le aree di sgambamento riguardo al comportamento corretto all’interno di questi spazi dedicati”.
Le aree visitate dalla consigliera Ferraresi sarebbero anche oggetto di incuria e tra le principali problematiche “deiezioni del cane non raccolte e abbandonate nell’apposito cestino dei rifiuti, che possono veicolare malattie batteriche e parassitarie; buche scavate dai cani e non coperte, creando potenziali pericoli per gli altri frequentatori dell’area; ciotole d’acqua stagnanti e sporche a terra, che possono rappresentare un rischio per la salute dei cani; tempi di permanenza prolungati nell’area, che possono portare alla formazione di gruppi dominanti di persone che dettano regole non scritte, trasformando l’area in un luogo di ritrovo piuttosto che un’area per l’attività dei cani; utilizzo improprio delle chiavi per l’apertura e la chiusura dei cancelli”.
Oltre a queste problematiche sarebbe importante anche regolare l’accesso dei bambini oltre che la somministrazione di cibo agli animali. Questa infatti, così come il prendere in braccio un cane di piccole dimensioni, potrebbe causare l’esuberanza di altri esemplari tali da rischiare di rendere pericolosa la situazione. Si tratta di pratiche da regolamentare dato che non sempre il proprietario di un cane ha piena coscienza e conoscenza delle abitudini da assumersi in un contesto con più animali.