Cronaca
12 Ottobre 2023
La Corte d'Appello di Bologna conferma la condanna per l'uomo ritenuto responsabile dell'uccisione della 51enne nella sua casa di Borgo San Giovanni, a Bondeno, tra il 21 e il 22 febbraio. Il sindaco Saletti: "Confermati quali soggetti danneggiati anche le parti civili, fra cui il nostro Comune"

Femminicidio Placati. Confermato l’ergastolo per Doriano Saveri

Doriano Saveri
di Davide Soattin | 4 min

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Bondeno. La Corte d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per il 47enne Doriano Saveri, l’uomo ritenuto responsabile del femminicidio di Rossella Placati, uccisa tra il 21 e il 22 febbraio del 2021 nella sua abitazione di Borgo San Giovanni, a Bondeno.

Fin dall’inizio, l’uomo, difeso dagli avvocati Pasquale Longobucco e Alessandra Palma, è stato il principale e unico sospettato per la morte della donna, trovata nel bagno di casa con alcune ferite alla testa. Lui stesso, alle 8.45 di lunedì 22 febbraio, si era portato alla caserma dei carabinieri di Bondeno riferendo di aver trovato la compagna nel bagno della casa dove abitavano, incosciente e con del sangue alla nuca. Quando i militari e i sanitari si erano portati al civico 62 di strada del Carmine, in Borgo San Giovanni, a due passi dall’argine del fiume Panaro, per Rossella non c’era già più nulla da fare. La morte, come confermato dagli accertamenti sanitari, era avvenuta per le lesioni alla testa provocate da un corpo contundente, che non è mai stato trovato sul luogo del femminicidio.

Secondo quanto scritto nelle cento pagine di motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise di Ferrara, lo scorso 17 gennaio, lo aveva condannato per omicidio aggravato delle 51enne, Saveri “si sentiva rifiutato e diffamato dalla donna” e per questo motivo l’ha uccisa violentemente, come dimostrato dalle “brutali modalità di aggressione” che hanno fatto emergere “il movente omicidiario, il desiderio di vendetta da cui ha preso le mosse l’azione”.

Motivazioni che avevano confermato quanto già era emerso durante il processo, che nei mesi scorsi aveva “inconfutabilmente provato che l’unica persona che nutriva profonda acrimonia nei confronti della vittima era Saveri“, seppur quest’ultimo non abbia mai confessato il fatto.Secondo i giudici ferraresi, l’azione di Saveri si concretizzò al piano superiore della casa, nella “stanza del trucco” dove Placati, mentre si trovava ancora in accappatoio e stava per farsi la doccia, venne aggredita.

L’uomo infatti, che “poteva aggirarsi indisturbato nella casa“, si era precedentemente procurato “dalla cucina un coltello a lama liscia e un mezzo contundente robusto (dal magazzino-garage, ove si trovavano strumenti edili, a lui prontamente reperibili in quanto muratore)” e poi aveva salito le scale “senza destare alcun sospetto nella donna, che non approntava nessuna forma di difesa […] e, senza lasciarle scampo, la colpiva prima con un “destro” alla parte sinistra del volto e, pressoché contemporaneamente, con la mano sinistra che impugnava il coltello, l’attingeva con quattro fendenti“.

La brutalità dell’azione prosegue e i dettagli con cui viene descritta sono agghiaccianti: “Infine, quando il corpo si trovava ormai esanime accasciato a terra, la colpiva, almeno quattro-cinque volte al capo, cagionandole quello che i medici legali hanno definito ‘sfacelo cranico‘. Insomma, un “atto intensamenteprofondamente, voluto come dimostrato dalla rapida e spietata azione omicidiaria, che non ha lasciato scampo alla vittima“.

Da qui il movente individuato dalla Corte d’Assise, secondo cui Saveri, ammazzando Placati, “non solo voleva ucciderla” ma “voleva eliminare colei che era divenuta la fonte della sua disperazione, della sua rovina, del suo stato di ‘demolizione’ interiore come dal medesimo definito, lasciandolo senza un futuro“.

Una sentenza che, oltre all’ergastolo, conferma quindi quali soggetti danneggiati anche le parti civili, fra cui il Comune di Bondeno, rappresentato dall’avvocato Filippo Maggi. “Dedico un pensiero particolare alla famiglia di Rossella, colpita da una disgrazia inimmaginabile su cui si sta sempre più facendo luce – commenta il sindaco di Bondeno nonché legale rappresentante dell’Ente, Simone Saletti –. Nella conferma della sentenza da parte della Corte d’Appello vi è anche il riconoscimento della legittimità del Comune di costituirsi parte civile nel processo: il tribunale di secondo grado ha quindi valorizzato l’importanza delle iniziative portate avanti da Bondeno volte a contrastare la violenza sulle donne. Cito ad esempio l’istituzione di un centro antiviolenza, l’installazione di una panchina rossa in ricordo di Rossella e a costante monito contro la violenza, e tutte le iniziative che negli ultimi anni abbiamo organizzato per sensibilizzare la popolazione al rispetto dell’altro partendo sin dalle generazioni più giovani. Certamente è stata la famiglia ad aver subito le conseguenze peggiori della tragedia – conclude Saletti –, e per questo non smetteremo mai di essere vicini ai parenti e ai conoscenti stretti di Rossella, ma in ogni caso per la nostra comunità era anzitutto un dovere morale far sentire la propria voce all’interno del tribunale affinché un episodio simile non abbia mai più luogo».

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