Detenuta trans abusata. “Il silenzio delle istituzioni è complice”
Una interrogazione alla giunta regionale per chiedere di tutelare la detenuta trans che ha denunciato di essere stata violentata da quattro uomini all'interno del carcere
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Si torna a parlare dell’ex caserma di via Cisterna del Follo tra maggioranza e opposizione in Consiglio comunale. Dopo le richieste di incontro al sindaco e i flash mob del Forum Ferrara Partecipata, a spingere sull’avvio di un percorso partecipativo sulla destinazione d’uso dell’area sono i gruppi di minoranza Ferrara Bene Comune, Azione Civica e Pd, la cui mozione per il finanziamento di tale percorso è stata bocciata in Consiglio comunale a favore di un odg presentato dal gruppo di maggioranza Ferrara Nostra e illustrato dalla consigliera Francesca Savini.
“Il solito abituale ‘giochetto’ – ha commentato dai banchi dell’opposizione Ilaria Baraldi (Pd) – cioè quello di bocciare un nostro documento e presentarne uno identico. Essendo uguali, nulla vieta di ritirare la risoluzione”. ‘Ritiro’ non avvenuto, come ci si poteva attendere. Tanto che alla fine anche la minoranza è stata costretta a votare la risoluzione dei gruppi di maggioranza “per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini”, come precisato da Francesco Colaiacovo (Pd), e “perché vogliamo che il percorso partecipativo si faccia e poi vedremo se la giunta darà seguito all’impegno assunto qui oggi”.
Bocciata quindi la mozione illustrata da Dario Maresca (Ferrara Bene Comune), integrata con un ‘autoemendamento’ che ha eliminato dal testo il vincolo dello stanziamento della cifra congrua di non meno di 15mila euro per l’avvio del percorso di consultazione dei cittadini, “non gradito dalla maggioranza, che abbiamo voluto togliere per incentivare l’unanimità attorno al documento”. Maresca ha sottolineato come siano trascorsi otto mesi dallo scorso febbraio, da quando cioè è stato ‘sospeso’ il progetto Feris a favore di un documento con il quale la maggioranza si impegnava a promuovere la partecipazione dei cittadini. Un’esigenza di partecipazione che la stessa Savini, prima firmataria dell’odg della maggioranza, ha definito come necessaria, “ma non riteniamo strategico stabilire un limite di importo per l’avvio del percorso, e soprattutto è fondamentale che il Comune prenda contatti diretti con i soggetti, privati e non, per acquisire un quadro conoscitivo aggiornato relativamente alle proprietà delle aree e degli immobili”. “Definire la situazione – ha aggiunto Savini – è necessario affinché il Comune possa farsi parte attiva nel recupero e riqualificazione dell’ex caserma. E questo prima di ogni altra fase. La destinazione d’uso è da definire in una fase successiva”.
“Abbiamo fatto uno sforzo sulla nostra mozione togliendo il vincolo dei 15mila euro – ha tentato di mediare Maresca – quindi perché non fate uno sforzo anche voi proponendo un emendamento a integrazione della nostra mozione, così da uscire con un atto unico condiviso?”. Appello, quello di Maresca, caduto nel vuoto, con Francesca Savini a replicare alle ‘bacchettate’ di Ilaria Baraldi: “Mi ha ripresa come una scolaretta sull’autoemendamento – ha commentato la consigliera di maggioranza – ma pensavo di essere stata chiara sul fatto che la nostra risoluzione fornisce strumenti per rendere il Comune assolutamento protagonista di questa fase”.
E’ stato sempre Maresca a far presente che “la Savini è in maggioranza, quindi in questi otto mesi avrebbe dovuto lavorare con la sua giunta per portare avanti il percorso partecipativo con i cittadini, giunta che però è rimasta ferma. Guarda caso anche oggi in Consiglio non c’è nessuno della giunta a parlarne, manca l’assessore all’Urbanistica. L’impressione è che una volta escluso l’interesse privato dal progetto, all’Amministrazione importi molto meno dell’interesse pubblico”.
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