Salute
30 Settembre 2023
Il penultimo appuntamento sulla riorganizzazione dell'assistenza territoriale e della rete dell’emergenza-urgenza si è tenuto venerdì 29 all’ospedale di Cona

Calamai: “Con questa riforma andiamo a fornire servizi appropriati per i bisogni di salute dei cittadini”

di Redazione | 6 min

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Il penultimo appuntamento sulla riorganizzazione dell’assistenza territoriale e della rete dell’emergenza-urgenza si è tenuto nella mattinata i venerdì 29 presso l’aula magna dell’ospedale di Cona. Tra i primi protagonisti che la devono conoscere e condividere ci sono i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano in questo ambito. Per questo motivo la regione Emilia-Romagna ha organizzato un ciclo di incontri, che si terranno da Piacenza a Rimini, per presentare il progetto di riordino ma soprattutto per approfondirne ogni aspetto e dare il via al piano di ricaduta organizzativa in ogni territorio.

Ad aprire l’incontro è stata la dott.ssa Monica Calamai, Direttrice Generale delle Aziende Sanitarie ferraresi, che dopo i saluti ha passato la parola ai dirigenti della Regione dott. Mattia Altini e dott.ssa Fabia Franchi (responsabili rispettivamente del settore ospedaliero e del settore territoriale) e ai dott. Daniele Cariani (Direttore dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza dell’Azienda Usl di Ferrara) e dott. Franco Romagnoni (Direttore del Dipartimento di Cure Primarie Usl).

La dottoressa Calamai ha ribadito l’importanza della riforma realizzata dalla Regione “indispensabile in un momento come l’attuale in cui diviene sempre più difficile avere le risorse umane necessarie per i servizi, specialmente quelli legati all’emergenza urgenza”. “Con questa riforma – aggiunge – andiamo a fornire servizi appropriati per i bisogni di salute dei cittadini liberando risorse per la vera urgenza, valorizzando la Medicina del Territorio come peraltro indicato dal Dm77″. “A Ferrara – ha concluso la dottoressa Calamai – stiamo già lavorando in questa direzione, tanto che abbiamo attivato tre Cau (Centri Assistenza Urgenza, ndr), e altri sono in via di attivazione di qui a breve. La risposta che i cittadini stanno dando è positiva e abbiamo visto benefici anche rispetto agli accessi nei Pronto Soccorso della provincia”.

Ad ascoltare la dott.ssa Calamai e gli altri relatori una platea numerosa, che ha riunito medici di famiglia, referenti dei servizi sanitari sul territorio, personale e direttori delle strutture di quella complessa rete che si attiva di fronte a una richiesta di emergenza o di urgenza che oggi parte dalla centrale 118 per arrivare agli ospedali di Cona e del Territorio, ai distretti, alle case della salute e a tutte quelle strutture dedicate alla presa in carico e alla cura del paziente.

“L’incontro di questa mattina – evidenzia la dott.ssa Franchi – vuole essere un punto di partenza e non di arrivo. Il confronto con le aziende e i professionisti è importante affinché si possa percepire il sostegno e la presenza della Regione in questi ineludibili cambiamenti che riguardano i settori dell’assistenza territoriale e dell’emergenza-urgenza”.

Abbiamo cercato – aggiunge il dott. Altini – di cogliere suggerimenti e riflessioni dalla ‘prima linea’, ovvero dai colleghi delle aziende sanitarie che lavorano sul campo ogni giorno. Il desiderio è di condividere un modello che propone un forte cambiamento: certamente un grande passo avanti possibile solamente con le osservazioni e correzioni dei colleghi, che occorrono per essere sempre più vicini ai bisogni dei cittadini e degli operatori”.

 “La rete dei Pronto Soccorso della provincia di Ferrara – evidenzia il dott. Cariani – assieme al servizio di emergenza territoriale 118 costituiscono il nucleo del sistema di emergenza urgenza del nostro territorio e rivestono un ruolo centrale nel garantire risposte adeguate e interventi tempestivi ai pazienti che giungono in Pronto Soccorso con un bisogno urgente o emergente. Purtroppo, come per tutti i Pronto Soccorso nazionali, anche per quelli del Ferrarese il problema prioritario è rappresentato dal sovraffollamento, un fenomeno che negli ultimi anni è in continuo peggioramento”.

Il modello comunemente usato per analizzare le cause di questa problematica prende in considerazione tre fattori principali: l’ingresso con l’incremento degli accessi; il processo del paziente con le consulenze e la diagnostica strumentale; il “fattore di uscita”, inteso come atto finale che prevede il ricovero o la dimissione del malato.

Il maggior contributo al sovraccarico del sistema però non è dato solo dal fattore di ingresso ma anche dai fattori di processo e soprattutto da quelli di uscita, dove pesa maggiormente la difficoltà a ricoverare tempestivamente il paziente dopo aver terminato tutto l’iter diagnostico. Questo accade spesso per mancanza di posti letto disponibili. In questo modo il paziente continua a rimanere “bloccato” all’interno del Pronto Soccorso (e, dunque, in carico al personale), generando il cosiddetto fenomeno del boarding. Questi sono tutti elementi che mettono in evidenza come il sovraffollamento del Pronto Soccorso dipende dall’organizzazione della struttura ospedaliera in toto e dalla rete tra ospedali.

L’obiettivo generale del progetto di riorganizzazione della rete dei Pronto Soccorso della provincia di Ferrara, così come è emerso nel corso dell’incontro, è quello di trovare soluzioni efficaci per ridurre drasticamente il sovraffollamento.

Per trovare queste soluzioni è stato utilizzato un metodo che ha tenuto in considerazione tutte le cause di inefficienza e ha integrato soluzioni tecnico/professionali, organizzative e strutturali al fine di garantire il controllo dei tempi di permanenza dei pazienti in PS governando i flussi e i percorsi interni, con l’ottimizzazione della tempistica sulle dimissioni e sui ricoveri.

Le azioni più significative di miglioramento messe in atto sono state: l’attivazione del Bed Management provinciale per la gestione quotidiana dei posti letto delle due Aziende; l’attivazione del See and Treat, un percorso dedicato ai “codici minori” in cui personale infermieristico – debitamente formato – tratta e dimette pazienti con problemi di minore gravità e urgenza per i quali il malato sarebbe rimasto in attesa a lungo in Pronto Soccorso; l’attivazione dei Fast Track (ortopedico, soprattutto, ma anche oculistico e Orl) dove vengono indirizzati, dall’infermiere di triage direttamente allo specialista di riferimento, alcune specifiche tipologie di pazienti a bassa complessità. Tutto questo con il vantaggio di ridurre lo stazionamento in PS e migliorare, quindi, il tempo di attesa dell’utente; infine l’attivazione del Flow Manager, altra figura infermieristica utile all’ottimizzazione dei flussi dei pazienti in Ps, deputata alla gestione dei ricoveri in stretta collaborazione con il medico dell’ambulatorio e i reparti. Questo con lo scopo di ridurre la permanenza del paziente in Ps e quindi di diminuire il tempo di boarding;

“La creazione dei Centri di Assistenza Urgenza (Cau) – mette in evidenza il dott. Romagnoni – è un’azione messa in atto non solo per evitare accessi impropri nei Ps, visto che più del 60% dei pazienti che accedono vengono codificati al triage come codici verdi e bianchi, ma anche e soprattutto per fornire una risposta di prossimità adeguata e veloce ai bisogni del cittadino. Infatti questi servizi sono in grado di dare la giusta risposta ai i cittadini che presentino problemi sanitari a bassa complessità. Nel Ferrarese sono presenti 3 Cau: uno nella Casa della Salute ‘Cittadella San Rocco’ a Ferrara e due nelle case della salute di Comacchio e di Copparo. Di prossima attivazione un Cau a Bondeno e un altro a Portomaggiore”.

“Nella riorganizzazione della rete provinciale – conclude il dott. Cariani – sono stati effettuati anche importanti interventi strutturali su tutti i Pronto Soccorso. Lavori che hanno migliorato notevolmente la qualità del servizio erogato al paziente, sia in termini di accoglienza che di presa in carico”.

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