
La direttrice generale delle aziende sanitarie ferraresi Monica Calamai
Nei giorni scorsi si è tenuta una serie di incontri fra la direzione generale delle aziende sanitarie e le delegazioni di Cgil Cisl e Uil sulla sanità del territorio.
Il dato di -116 milioni di euro il bilancio di previsione delle due aziende pubbliche è fonte di “grande preoccupazione” per i sindacati anche alla luce del fatto che “la percentuale di accesso al fondo sanitario regionale della provincia di Ferrara si riduce rispetto agli anni passati anche in relazione al calo della popolazione che affligge da anni il territorio”.
Questione sulla quale secondo le sigle sarebbe “opportuna una riflessione per ridefinire i criteri di finanziamento, cercando di dare risposta all’aumento della popolazione anziana e di conseguenza alle patologie croniche, cosi come sarebbe fondamentale la conferma del fondo di re-equilibrio storico finalizzato a sostenere i maggiori costi indispensabili a garantire l’efficienza dei servizi erogati dall’azienda ospedaliera e a assicurare il diritto alla salute della popolazione ferrarese”.
Il segno meno risulta anche da un meccanismo con cui la Regione ha deciso di trattenere centralmente oltre 700 milioni di euro per il ripiano del disavanzo delle aziende a consuntivo; una sorta di tesoretto da usare in seconda istanza. Questa decisione per Cgil, Cisl e Uil “rappresenta per il territorio ferrarese 87,3 milioni di euro in meno rispetto all’anno scorso, questione sulla quale abbiamo dichiarato oltre che perplessità anche grandissima preoccupazione perché rappresenta il 75% dell’intero sbilancio”.
I sindacati si chiedono come si coniughino i quattro macro-obiettivi che la Regione chiede alle aziende ovvero il recupero delle liste di attesa, avanzamento del Pnrr, garanzia dell’equilibrio economico finanziario e applicazione delle linee guida sul sistema di emergenza urgenza, con una previsione in perdita.
Sul riordino del sistema emergenza urgenza, “riteniamo che l’apertura dei CAU sostenuta da una organizzazione strutturale e organica sia funzionale al ridisegno complessivo del sistema sanitario socio assistenziale anche in relazione al fatto che sul territorio nessun pronto soccorso è stato chiuso, mentre sulla possibilità di rientro dei tempi di attesa abbiamo rappresentato forti perplessità”.
Questo perché “prima di tutto sono le persone che garantiscono i servizi e solo con un significativo investimento in risorse umane si può affrontare il tema dei tempi di attesa”.
Dal confronto con la direttrice delle aziende sanitarie ferraresi emerge comunque “un atteggiamento pragmatico rivolto al cambiamento organizzativo ed è per questo che riteniamo il voto contrario dei sindaci sul bilancio delle aziende espresso in Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, sebbene legittimo, privo di contenuti propositivi volti alla ricerca di soluzioni condivise”.
Conferenza che “attraverso l’ufficio di presidenza non ci pone nelle condizioni di contribuire alla discussione poiché non invia alla organizzazioni sindacali il materiale in discussione. Abbiamo più volte chiesto di ristabilire la prassi di anticipazione del materiale da porre in discussione nella Ctss, ricordando che Cgil Cisl e Uil, sebbene non esprimano attraverso il voto parere decisivo, sono parti riconosciute della Conferenza e possono dare un contributo propositivo”.
Sarebbe importante secondo i sindacati che “le azioni di tutti i sindaci convergessero verso la richiesta di un aumento delle risorse a disposizione della salute facendo pressione sul Ministero della salute e sul Mef, considerando che l’analisi del rapporto tra spesa sanitaria e PIL si attesta oggi tra i più bassi della comunità europea, tant’è che per arrivare alla spesa media servirebbero 50 miliardi di euro in più”.
In conclusione i sindacati hanno chiesto alla direzione generale delle due aziende l’apertura di un confronto sui servizi chiusi prima dell’estate per garantire le ferie estive al personale tra cui le due unità operative riabilitative “sulle quali riteniamo ci sia la soluzione organizzativa per garantire alla popolazione ferrarese i percorsi di riabilitazione necessari, valorizzando un’esperienza ferrarese di rilievo”.
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