Egregio Direttore,
leggo sulla stampa di questi giorni l’intervista all’On. Marattin, nella quale egli racconta le sue verità in merito alla risoluzione di Carife, negando, tra l’altro, di non aver preso parte a tale decisione.
Forse l’On. Marattin soffre di qualche amnesia.
Risulta, infatti, che all’epoca egli fosse lo stretto consigliere economico del Presidente del Consiglio.
Con la boutade della “palla di vetro in manutenzione” (secondo cui non si sarebbe potuto prevedere che l’intervento del FIDT nella ricapitalizzazione della Banca non sarebbe stato ritenuto, ex post, un aiuto di Stato dalla Giustizia europea), viene travisata la realtà, perché l’On. Marattin sa che le disposizioni sul “bail in” sarebbero dovute entrate in vigore dal primo di gennaio 2016, mentre il Governo del “Fenomeno Renzi”, ha deciso la risoluzione delle quattro banche il 22 novembre 2015 ed il FIDT ha dichiarato la propria disponibilità a partecipare alla ricapitalizzazione della banca ferrarese solo pochi giorni dopo l’avvenuta risoluzione; ciò dopo che Banca d’Italia e CONSOB avevano già autorizzato l’intervento del Fondo con la delibera dell’assemblea dei soci Carife nel corso dell’estate precedente e con la sottoscrizione da parte dei soci ferraresi, tra i quali anche il sottoscritto, dell’aumento del capitale sociale della Banca.
Pertanto era chiaro, sin da allora, che l’operazione aveva tutti i crismi della legalità, contrariamente a quanto ringhiava, all’epoca da Bruxelles, la Commissaria Vestager.
Infine, ha il sapore di una presa per i fondelli l’invito che lui ha fatto al Comune di Ferrara di creare una Commissione d’indagine sull’accaduto, solo perché è cambiato il colore politico di chi amministra in Comune.
Tale Commissione non avrebbe alcuna possibilità di rivitalizzare ciò che è stato “risolto” dal Fenomeno Renzi, mal consigliato dall’On. Marattin.
Dopo i danni fatti a Ferrara (con i derivati) e da Roma, Consigliere di Renzi, l’On. Marattin non è più cittadino ferrarese; credo che, a Ferrara, pochi lo rimpiangeranno, specialmente i moltissimi risparmiatori truffati, con la risoluzione della Cassa di Risparmio cittadina; né credo vi saranno rimpianti per il Sen. Renzi, ormai proiettato verso l’Europa, sperando non vada a fare danni anche là.
La risoluzione della Cassa di Risparmio di Ferrara, oltre ad azzerare la banca cittadina, ha cancellato anche quasi centottanta anni di storia, di economia, di socialità, di beneficenza di una città e danneggiato migliaia di risparmiatori di Ferrara e del forese.
Cordiali saluti.
Lucio Maccapani