Politica
6 Settembre 2023
Dibattito a Pontelagoscuro con Boldrini, Maletti e Sereni: "Per tutelare il diritto alla salute di ogni individuo l'unico modo è avere un sistema di stampo universalistico"

Focus sulla salute alla Festa de l’Unità: “Più risorse o sanità pubblica in crisi irreversibile”

di Redazione | 3 min

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di Pietro Perelli

Sono tante le tematiche che si stanno affrontando ogni sera alla Festa dell’Unità a Pontelagoscuro e lunedì 4 è toccato alla sanità. Una sanità da proteggere e rinforzare, una sanità pubblica e universalistica come scritto sulla costituzione, una sanità che compie passi sempre più grandi verso la privatizzazione. A parlarne, in un dibattito dal titolo “salviamo la sanità pubblica”, sono Paola Boldrini, senatrice della Repubblica che in passato ha ricoperto il ruolo di vice presidente Commissione Sanità, Francesca Maletti, consigliera regionale Partito Democratico e vice presidente Commissione Sanità Regione Emilia-Romagna, Marina Sereni responsabile Segreteria Nazionale Pd Salute e Sanità. A moderare il dibattito Dalia Bighinati, direttrice di Telestense.

“Con lo slogan bando alle inefficienze e agli sprechi – fa notare Dalia Bighinati – il governo si appresta a imporre nuovi tagli alla sanità” che “rischia di perdere la sua caratteristica di servizio universalistico”. “Noi siamo molto allarmati” risponde Marina Sereni, anche perché “ci sono dati che indicano un sistema di sanità pubblica in crisi irreversibile”. “Il Covid – aggiunge – ci ha portato di fronte a una verità assoluta, prima di tutto la salute” anche “prima dello sviluppo economico” e “l’unico modo per tutelare il diritto alla salute di ogni individuo è avere un sistema di stampo universalistico”. Un diritto che “è già stato intaccato, secondo l’Istat 2,5 milioni di italiani rinunciano alle cure per lungaggini e non possono permettersi cure private”. Inoltre “ci sono famiglie che si sono impoverite per curarsi”.

Nessuna delle esponenti del nasconde gli errori che in passato hanno compiuto anche governi di centro sinistra nei tagli alla sanità. Oggi serve un cambio di marcia verso una sanità universalistica e con un modello più simile a quello dell’Emilia Romagna che a quello della Lombardia. Un sistema molto legato alle strutture private e centralizzato al contrario dell’Emilia Romagna e della Toscana che, spiega Francesca Maletti, “hanno fatto la scelta di mantenere una rete territoriale forte”.

E per contrastare i tagli e mantenere un sistema efficiente la Regione Emilia Romagna ha promosso una proposta di legge di iniziativa regionale con la quale si prevede “un incremento del Fondo Sanitario Nazionale di 4 miliardi all’anno per i prossimi 5 anni, con l’obiettivo di attestare lo stesso al 7,5% del Pil nazionale”. Una misura che avvicinerebbe la spesa a quella di Francia e Germania che spendono cifre vicine al 10% del Pil.

Per garantire migliori servizi la ricetta inoltre dovrebbe essere quella di una “sanità del territorio che – spiega Paola Boldrini – può servire come rete per prendere in carico cittadini che si possono curare in maniera più agevole senza andare all’ospedale”. A questi ultimi andrebbe lasciato il compito di curare i casi più gravi oltre alle operazioni chirurgiche e gli esami più complessi.

Anche per questo nel Pnrr, “dopo aver analizzato tutto quello che è successo in pandemia”, si era deciso di dedicare “la missione 6 alla sanità” per creare una rete territoriale in grado di alleggerire la pressione sui Pronto Soccorso e garantire un miglior servizio.

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