di Pietro Perelli
“È il punto caldo del momento, tutti hanno iniziato a parlare di campagna elettorale, anche gente che per quattro anni non si è visto fare una mazza”. Parole di Tommaso Mantovani che a margine di una conferenza sulle iniziative che porterà avanti il movimento parla anche di elezioni e ipotetici candidati. Per la verità l’unico nome certo di cui si parla è il suo che, qualora non si riuscisse a costruire una coalizione con Pd, Sinistra Italiana, Verdi e Rifondazione Comunista, sarebbe il candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle.
“Unica cosa certa – dice ridendo – è che se anche sarò candidato non sarò io il prossimo sindaco di Ferrara”. Le certezze sono effettivamente poche. Manca ancora una coalizione che per forza di cose avrà come fulcro il Pd, ago della bilancia e chiamato a scegliere con chi schierarsi dato che i due poli estremi dell’ipotetico schieramento non sono compatibili. Da una parte Azione e Italia Viva, dall’altra Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Verdi e Rifondazione Comunista. Paride Guidetti, che nel movimento è quello che maggiormente caldeggia la coalizione, auspica un campo largo ma non “Extra Large” che possa riuscire a far cadere la giunta Fabbri.
“Possiamo dirlo tranquillamente – dice però Mantovani – anche all’interno del movimento ci sono posizioni diverse”. E infatti l’attuale consigliere pentastellato non è grande sostenitore della coalizione ma, “qualora la maggioranza del movimento dovesse essere favorevole non me ne andrei portando via il pallone”. Lo stesso Guidetti non è per la coalizione a tutti i costi ma “si devono verificare determinate condizioni”. Anzi, sottolinea il coordinatore provinciale del movimento, “se siamo d’accordo sull’80% non dobbiamo concentrarci su quello ma trovare una quadra sul 20% che ci vede in disaccordo”.
Ed è Mantovani ad elencare i possibili disaccordi partendo dalle questioni ambientali, dal modello di raccolta rifiuti, “che per noi è quello di Forlì”, al teleriscaldamento e ai rapporti con Hera passando per una differente visione strategica rispetto al petrolchimico. Per la verità, come ammesso da Mantovani stesso, alcune differenze di visione si stanno assottigliando, specialmente con la nuova segreteria di Elly Schlein. Nei prossimi mesi si faranno sicuramente più intense le discussioni e probabilmente uscirà anche qualche nuovo nome, “successivo – sottolinea Guidetti – alla stesura di un programma”.
Entrambi i pentastellati non sono molto propensi a credere alle indiscrezioni rispetto ai nomi usciti negli ultimi giorni. Sembrano anzi proposte premature se si pensa che ancora non è stato individuato un perimetro all’interno del quale muoversi. Proprio questo è ciò su cui spinge Guidetti che non vede la possibilità di avere un nome prima di gennaio. Prima infatti servirà costruire una coalizione e il programma che possa confrontarsi la compagnie guidata da Alan Fabbri.
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