
Il sostituto procuratore Andrea Maggioni
Sarà il tossicologo Enrico Geraci del Centro Regionale Antidoping di Torino il consulente a cui, venerdì 18 agosto, la Procura della Repubblica di Ferrara conferirà l’incarico per affiancarsi al medico-legale Giambattista Golé e svolgere gli accertamenti tossicologici sui corpi di Gabriella Cimatti, 80 anni di Forlì, e Mara Cremonini, 71enne di San Pietro in Casale, morte dopo essersi sottoposte alla stessa operazione nel reparto di Chirurgia Oculistica Clinica del Sant’Anna di Cona.
Sui corpi delle due vittime, lo scorso 9 agosto, gli esperti hanno svolto le autopsie che non hanno fornito alcuna evidenza macroscopica, motivo per cui bisognerà aspettare i sessanta giorni previsti per gli esiti degli esami istologici per avere un quadro più chiaro e circostanziato di cosa sia successo durante o dopo i due interventi chirurgici. Gli indagati per duplice omicidio colposo, lo ricordiamo, sono ventidue tra medici chirurghi, infermieri, Oss e anestesisti.
Nessuna novità, invece, per quanto riguarda il secondo filone dell’inchiesta, quello che riguarda l’apertura di un fascicolo di indagine per il reato di omesso referto. Al momento sono al lavoro gli uomini della Squadra Mobile di Ferrara che, coordinati dal pm Andrea Maggioni, stanno ricostruendo la catena decisoria che avrebbe portato l’ospedale ad avvisare l’autorità giudiziaria di quanto accaduto solamente nella giornata del 31 luglio, come comunicato dalla stessa Azienda.
Il fascicolo per far luce sull’eventuale ritardo nelle comunicazione è per ora aperto contro ignoti, in attesa che gli inquirenti accertino chi avrebbe avuto il compito di informare la Procura, chi non l’ha fatto e gli eventuali motivi di questa scelta.
Nel mentre arriva una nuova interrogazione in Regione sui due decessi avvenuti nella clinica chirurgica oculistica dell’ospedale di Cona. A presentarla è Giulia Gibertoni, consigliera del Gruppo Misto. Con la prima, la capogruppo aveva chiesto di fare luce sulla vicenda che ha visto la morte di due donne. Con la seconda chiede “chi, all’interno dell’ospedale di Cona, avrebbe avuto il compito di informare gli inquirenti e ha deciso di farlo solo dopo quattro giorni dal primo decesso”.
Inoltre, la consigliera vuole sapere se la giunta ritenga “procedura normale che la struttura di Cona abbia deciso in autonomia e senza avvertire la Procura, in quei quattro giorni di silenzio tra il primo decesso e la comunicazione ai magistrati, di compiere accertamenti sui macchinari utilizzati in sala operatoria, invece di cristallizzare la situazione, non toccare nulla e allertare immediatamente gli inquirenti”.
I due decessi – definiti “inquietanti” da Gibertoni – sono avvenuti a breve distanza uno dall’altro e le “due pazienti sono morte dopo lo stesso intervento agli occhi eseguito dalla stessa équipe“. Le donne sono decedute subito o poco dopo il risveglio dall’anestesia totale. La Procura, ricorda Gibertoni, ha ricevuto la segnalazione da parte dell’ospedale solo dopo quattro giorni dal primo decesso “con un clamoroso ritardo“.
La dirigenza dell’ospedale di Cona, scrive la capogruppo, non ha ancora chiarito “cosa sia avvenuto con precisione nei quattro giorni tra il primo decesso e la tardiva segnalazione alla Procura, né per quale motivo si sia taciuto così a lungo su un accadimento così grave“.
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