Attualità
2 Agosto 2023
Il primo anniversario del 2 Agosto senza il suo cantore Gian Pietro Testa

Strage di Bologna, il dolore e il viaggio

di Marco Zavagli | 3 min

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Oggi sarà un anniversario della Strage di Bologna particolare. Il primo senza Gian Pietro Testa. GPT è stato il cantore dell’eccidio del 2 Agosto. Prima su rotativa, con le sue inchieste giornalistiche. Poi in versi, con “Antologia per una strage” che raccoglie un pensiero per ognuna delle 85 bare uscite dal piazzale.

Oggi sarà un anniversario particolare anche perché, nonostante processi e sentenze, rispunta la voglia unilaterale di cambiare la storia. Tanti i segnali in questi mesi che sembrano voler cancellare la memoria. Non a caso torna a galla la più volte smentita pista palestinese. Ci vorrebbe ancora GPT, che fu tra i primi a intuire la matrice fascista nella strage di Bologna, che oggi tornerebbe a dire che “il più grande reato che un uomo può commettere è quello di nascondere la verità”.

Intanto Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, ha già fatto sapere che oggi dirà cose che non piaceranno al governo. E la premier Meloni ha fatto sapere che non sarà alle celebrazioni.

In fondo, parliamo solo del più grande massacro su suolo italiano del dopoguerra. Purtroppo memoria e storia in comune hanno solo la rima.

Quell’inferno si portò con sé 85 morti e 200 feriti. Numeri che erano uomini, donne, bambini. Insieme a quelle vite rimasero interrotti anche i viaggi che le vittime non hanno potuto portare a termine.

Grazie a una felice idea di una studentessa dell’Università di Bologna, Sara Berardi, l’anno scorso 85 volontari hanno portato a destinazione, “a destino”, quei percorsi. Hanno viaggiato con una valigia bianca. All’interno testi, lettere o biografie delle persone che hanno voluto reincarnare. Quei viaggi sono stati documentati e sono finiti come corpo centrale del film “Quel dolore non è immobile”, voluto dall’associazione dei familiari e dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e proiettato ieri sera in piazza Maggiore a Bologna.

Anche qui la scelta del titolo è significativa. “Quel dolore non è immobile” sono parole di Miriam Ridolfi, assessora del Comune di Bologna che coordinò i soccorsi subito dopo la strage. Le ha pronunciate durante la sua ultima intervista, prima della morte avvenuta lo scorso maggio.

GPT ha lasciato pensieri e poesie incompiute. Su due taccuini che il figlio Enrico mi ha affidato.

Quei fogli raccontano il mondo visto da quel grande giornalista e poeta ferrarese. A GPT chiedevo spesso un intervento per accompagnare questo giorno. Chi meglio di lui poteva parlare della madre di tutte le stragi…

Mi piace pensare che, grazie a quegli appunti, lui possa anche oggi, in questo particolare anniversario che cade dopo la sua morte, regalare uno spunto di riflessione.

Ecco allora che lo immagino rispondere in versi a Miriam Ridolfi che quel dolore sono i mille dolori che accompagnano la nostra insana Repubblica da quando è nata:

“Vado a piangere
i mille dolori
seduto su un sasso
sotto le mura
di una città morta”.

E a ognuno degli 85 viaggiatori, con un sorriso di gratitudine, togliendosi gli occhiali tondi per appoggiarli sul comodino, direbbe quelle che sono state le sue ultime parole scritte: “Oggi che il viaggio è finito posso finalmente partire”.

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