Argenta. Una corsa in ambulanza per salvare un paziente in crisi cardiaca. Senza automedica e con un solo infermiere a bordo. Una situazione complicata ancor più dal fatto che, durante il tragitto, le condizioni del trasportato sono peggiorate. È l’episodio riportato dalla “Nuova Ferrara”, dove si specifica che il mezzo di sopccorso era partito da Portomaggiore e ha dovuto fare una corsa contro il tempo per sperare di arrivare in tempo.
Un evento sul quale è intervenuto, sempre sulla “Nuova”, il presidente regionale del Sindacato autonomo medici italiani (Snami), Roberto Pieralli, per affermare che “la rarefazione delle automediche/ambulanze medicalizzate, comporta problemi sia per il 118 sia per i trasferimenti urgenti tra ospedali, spesso demandati al 118”.
Lo Snami suggerisce come parametro di cui tener conto quello del Decreto Ministeriale 70, che prevedeva un’ambulanza medicalizzata ogni 60mila abitanti per non oltre 350km quadri di territorio.
Il fatto riaccende la polemica sullo spostamento dei medici, ad Argenta, dall’ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Mazzolani-Vandini. Una scelta aziendale che ha privato l’ambulanza di medici a bordo, demandando il trasporto ai soli autista e infermiere formato.
Sull’episodio intervengono anche l’Ausl di Ferrara e la Centrale operativa 118 di Bologna, che parlano di “un evento sì complesso, ma gestito in maniera appropriata” dal personale sanitario di Argenta e della Centrale operativa 118 Emilia Est.
Ausl e Centrale ricostruiscono gli avvenimenti, partendo dalla consulenza telefonica sul caso, sulla base della quale “è stato valutato di trasferire il paziente all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna”. Con il medico di Centrale 118 – nuova figura recentemente inserita in un’ottica di potenziamento del Servizio di emergenza – ”in considerazione della stabilità del paziente si è predisposto il trasferimento dello stesso con ambulanza infermieristica”.
Durante il viaggio il personale di bordo, spiegano Ausl e Centrale felsinea, “ha registrato un lieve rialzo pressorio – evento possibile in ogni trasporto – e correttamente ne ha informato il medico di Centrale 118 che ha confermato il trasporto diretto al Sant’Orsola senza la necessità di ricorrere ad ambulanza medicalizzata”.
Il paziente, giunto stabile in ospedale, non ha avuto bisogno di alcun intervento chirurgico e le sue condizioni sono buone.
L’azienda sanitaria vuole quindi sgombrare il campo da possibili toni allarmistici, facendo presente che “la scelta del trasferimento di un paziente avviene a seguito di attenta valutazione clinica dei casi ed ovviamente quando appropriato i trasferimenti da Argenta continueranno ad avvenire con medico a bordo”.
Quanto alle dichiarazioni del presidente regionale dello Snami, Ausl e Centrale operativa 118 di Bologna precisano che “le valutazioni che hanno portato al piano di riorganizzazione dei mezzi di soccorso in provincia di Ferrara non sono relative ai soli ‘tempi di intervento’, ma a complesse valutazioni che tengono conto di tutti i parametri, compresa la conformazione orogeografica del territorio”.
A questo proposito ricordano che la normativa prevede, per il fabbisogno di mezzi di soccorso avanzati sul territorio, anche applicando un necessario correttivo specifico per la copertura ottimale nelle zone di particolare difficoltà di accesso, “un mezzo di soccorso avanzato ogni 60mila abitanti con la copertura di un territorio non superiore a 350 chilometri quadrati”.
“A seguito della riorganizzazione nel Ferrarese – concludono – vi sarà un mezzo ogni 24mila abitanti con la copertura di un territorio di 185,7 chilometri quadrati. Tali mezzi di soccorso non devono necessariamente prevedere il medico a bordo, come chiarito dal Ministero della Salute con lettera formale alla Regione Emilia Romagna, già nel 2017”.
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