Sono di Ferrara, ho 54 anni, disabile motoria e titolare di un parcheggio per disabili personalizzato.
Abito, con mia madre quasi 89enne, in un condominio che si affaccia su una via piuttosto trafficata entro le mura cittadine (che noi ferraresi ci teniamo così tanto a questa distinzione), giusto in mezzo tra la stazione ferroviaria e lo stadio Paolo Mazza, il che comporta l’essere “blindati” in casa nei giorni di partita, perché guai a lasciare il posto ché ci troverai sicuramente qualcuno dentro al ritorno, mentre con l’arrivo dell’estate spesso le macchine vengono parcheggiate sulla via per giorni mentre si parte per le vacanze in treno.
Ma io ho il parcheggio disabili personalizzato,,, Peccato che oggi è domenica ma da venerdì, mentre mi sono assentata un’oretta nel pomeriggio per delle incombenze, c’è parcheggiata un’altra macchina che non è più stata spostata di un millimetro, il che mi fa pensare che il guidatore sia appunto partito per le vacanze. La faccio rimuovere? Eh, sarebbe giusto, visto che ho dovuto girare un’ora per trovare un altro posto sufficientemente vicino a casa per poterla raggiungere poi a piedi (3, due naturali e uno del bastone). “Sarebbe”, il condizionale è d’obbligo quanto inutile perché “l’intruso” espone anche lui un contrassegno disabili e benché non corrisponda al numero sul cartello, ben visibile nell’approcciarsi per il parcheggio, non può essere rimosso. Multato sì, ma rimosso no.
E qui sta la guerra tra poveri, perché, per carità, magari è lui il disabile che aveva bisogno di parcheggiare (e non un becero approfittatore che espone il contrassegno con cui di solito porta a spasso la mamma, ma della mamma in questo caso probabilmente non ce n’era l’ombra); peccato che questo però costringe me, ché ho ottenuto il parcheggio disabili personalizzato non perché mi piacesse vederlo lì ma perché ho delle grosse difficoltà a deambulare, ad avere l’angoscia all’idea di spostare la macchina da dove ho trovato posto perché poi chissà dove mi tocca parcheggiare.
Perché l’intruso sta lì… e magari è partito per le ferie e magari torna tra un mese… e quando (e se) torna si trova la multa, certo, ma pure la sua bella macchina lì, mentre a me tocca stare in casa o prepararmi a girare poi come una trottola attorno a casa per trovare un posto sufficientemente vicino da poterlo raggiungere senza morire di fatica lungo la strada.
Perché la legge dice che non può essere rimossa la sua macchina, multata sì ma non rimossa… Ma quale legge tutela me dall’esercitare il mio diritto di parcheggiare nel posto auto per il quale ho fatto regolare richiesta e ho diligentemente aspettato che fosse preso in esame e ne fossi ritenuta “degna”? Quale legge tutela me dal non morire di fatica per raggiungere casa mia se non trovo un posto abbastanza vicino?
Mi è costato arrivare ad accettare di essere una disabile e solo quando è stato evidente che non mi sarebbe più stato possibile fare più strada da un parcheggio qualsiasi a casa mi sono vista costretta a fare richiesta di un parcheggio personalizzato.
Capisco che esponga il contrassegno disabili pure l’intruso, e passi pure che magari per un giorno aveva assoluta necessità di lasciarla proprio lì, ma è mai possibile che dopo tre giorni, quando è evidente che il tipo ha “parcheggiato punto” e arrivederci mondo (per non dire di peggio), non esista un modo per spostare detto intruso e ritornare a esercitare il mio diritto di parcheggiare nel “mio” posto, senza soccombere ai comodi altrui?
Come dicevo, è una “guerra tra poveri”, ma io non sono disposta a continuare a essere vittima degli eventi.
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