Cronaca
17 Giugno 2023
Sentito in incidente probatorio Giulio Ventura, esperto in Ingegneria strutturale, sulle cause dell’evento

Gru crollata a Boara. Il perito conferma: il freno era bloccato

di Redazione | 3 min

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Se il freno non fosse stato inserito la gru non sarebbe crollata quel 17 agosto dell’anno scorso. La relazione del perito nominato dal tribunale mette un punto fermo sulle indagini in mano alla pm Isabella Cavallari.

Il professor Giulio Ventura, esperto in Ingegneria strutturale, edile e geotecnica e docente al Politecnico di Torino, incaricato nei mesi scorsi dal gip Danilo Russo, ha esposto in incidente probatorio le sue conclusioni.

Grafici, formule e calcoli che in 74 pagine focalizzano le indagini attorno al disastro colposo che la momento vede sei persone indagate. Si tratta di Giuseppe Tassi, legale rappresentante della Tassi Group, e Abdelkarim Zahir (entrambi difesi dall’avvocato Giulio Garuti); Tenno Cavallari, Giuseppe Coppola e Jamal Mgoune dell’impresa di costruzioni Edil Scot Srl di Finale Emilia (difesi dall’avvocato Paolo Pincelli) e, infine, Vincenzo Bassi della Res Omnia Srl di Imola, la società che ha fornito la gru (avvocato Carlo Dalla Vecchia).

In aula c’erano anche i legali delle parti civili, gli avvocati Denis Lovison, Irene Costantino e Luca Tieghi per i proprietari degli immobili danneggiati e Gianni Ricciuti per alcune inquiline.

Una di queste lamenta anche di aver subito un furto e un danneggiamento nei giorni dell’evacuazione forzata. Danni per migliaia di euro che andranno eventualmente ad aggiungersi alle richieste di risarcimento.

Tornando alla perizia, Ventura parte dall’analisi della scatola nera e dal video girato da un residente nell’appartamento prospiciente per spiegare l’effetto vela che ha provocato il crollo.

E lo fa partendo da un assunto: la gru installata e posta nella corretta posizione di riposo era idonea a fare fronte a venti di oltre 150 km/h (42 m/s) misurati a 10 metri dal suolo. Venti ben superiori ai valori di raffica registrati a Boara al momento del crollo.

Nonostante i danni del fortunale dell’agosto scorso, infatti, per il vento registrato a Boara non si può parlare di fenomeno eccezionale: le centraline Arpae hanno registrato raffiche superiori a 80 km/h.

Ma la gru era stata lasciata con il freno inserito, contrariamente alle disposizioni previste dal manuale che impongono che questo venga lasciato libero. Qualora il freno non fosse stato inserito, infatti, secondo il perito la gru si sarebbe orientata a favore di vento. “In tale configurazione di equilibrio – descrive Ventura – non sarebbe crollata né per l’azione della raffica registrata né per venti nettamente superiori come quelli ammessi dal manuale d’uso dal momento che il video conferma il crollo per rotazione rigida rispetto al piede”.

La macchina quindi è crollata per effetto dell’azione del forte vento, “in quanto lasciata fuori servizio con il freno di rotazione bloccato. Ciò ha impedito al braccio di disporsi sottovento, in posizione di equilibrio e di minima resistenza al vento. Le sollecitazioni indotte dall’azione eolica sulla gru traversata dal vento hanno provocato il ribaltamento per moto rigido rispetto alla base”.

Dopo l’esame del perito il gip ha restituito il fascicolo al pubblico ministero che dovrà completare le indagini ed elaborare il capo di imputazione con la precisa individuazione delle persone indagate, vale a dire quelle addette all’inserimento del freno.

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