‘Il Campanello’ di Gaetano Donizetti è in scena al Teatro Comunale di Ferrara venerdì 19 maggio (ore 11) e sabato 20 maggio (ore 20). Lo spettacolo, inserito nella Stagione d’opera e balletto 2022/23 del Comunale, con la regia di Giovanni Dispenza, vede impegnati i solisti, il coro del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, in collaborazione col Coro Santo Spirito, preparato e diretto da Manolo Da Rold, e l’orchestra del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, diretta da Marco Titotto.
Oggi mercoledì 17 maggio alle 17 al Ridotto del teatro è in programma Prima della Prima, la presentazione dell’opera. Ne parleranno il professor Paolo Bucchi, docente di storia della musica del Conservatorio, che racconterà dell’edizione scelta e le vicissitudini che accompagnarono la messa in scena de Il Campanello, il professor Marco Titotto, direttore d’orchestra, e il regista Giovanni Dispenza. Introducono Annamaria Maggese, direttrice del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, e Marcello Corvino, direttore artistico del Teatro Comunale di Ferrara (ingresso libero).
Opera buffa in un atto, Il Campanello fu rappresentato per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nel 1836. Il libretto, dello stesso Donizetti, è tratto da un vaudeville rappresentato a Parigi solo pochi mesi prima e testimonia la leggendaria rapidità del compositore, che scrisse l’opera in otto giorni, per venire incontro alle richieste dell’impresario Filippo Pellegrino. Il successo della farsa risollevò le difficoltà economiche del Teatro Nuovo e dopo questo allestimento, che conteneva dialoghi parlati in napoletano, Donizetti aggiunse i recitativi in italiano con l’aiuto di Salvatore Cammarano, con cui aveva collaborato l’anno prima per Lucia di Lammermoor.
Dopo un periodo di grande successo nell’Ottocento, l’opera è tornata in repertorio nei teatri italiani a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. La fortunata collaborazione tra il Teatro Comunale e il Conservatorio di Ferrara, dopo gli allestimenti delle Nozze di Figaro e di Cecchina, continua in piena sinergia, offre la magnifica opportunità di presentare sul palco del Teatro Abbado un cast vocale e un’orchestra formati interamente da studenti del Frescobaldi, con la collaborazione del Coro Santo Spirito di Ferrara. I ruoli sono affidati a Kim Minji e Elena Maria Giovanna Pinna (Serafina), Zhou Qihang e Carlo Torriani (Don Annibale Pistacchio, speziale), Shao Longxing e Zheng Chujing (Enrico, innamorato di Serafina), Greta Cognolato e Zeng Lanya (madama Rosa madre di Serafina), Chen Zhipeng e Liu Xiangyu (Spiridione, garzone).
La vicenda si svolge a Napoli. La giovane e bella Serafina viene promessa in sposa a Don Annibale Pistacchio, speziale, con gran dispetto dell’innamorato di Serafina (ricambiato), il giovane Enrico. Nonostante i tentativi di impedire il matrimonio, la cerimonia viene fissata per il giorno precedente la partenza di Don Annibale per Roma, dove deve assolutamente recarsi per presenziare all’apertura del testamento di una sua zia defunta e dove si fermerà per più di un mese. Appreso questo fatto Enrico, con la complicità di Serafina, cerca in tutti i modi di impedire che il matrimonio venga consumato quella notte, così da guadagnar tempo per un successivo tentativo di farlo annullare. Don Annibale è obbligato in forza di legge a fornire i suoi prodotti medicinali a chi ne faccia richiesta anche di notte e quindi il campanello esterno alla bottega, sotto l’abitazione, sarà lo strumento di Enrico per disturbare la prima notte di nozze di Don Annibale. Presentandosi via via sotto spoglie diverse (un francese ammalato, un cantante rauco e un vecchietto ironico che canterà la famosa aria Mio signore venerato) Enrico continuerà a farsi ricevere da Don Annibale, suonando appunto il campanello, con i pretesti più strampalati finché, giunta l’alba, lo speziale dovrà partire in diligenza per Roma lasciando Serafina illibata a casa.
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