Bondeno
19 Aprile 2023
Depositate le cento pagine di motivazioni della sentenza con cui l'uomo è stato condannato all'ergastolo: "Atto profondamente voluto come dimostrato dalla rapida e spietata azione omicidiaria"

Placati. “Saveri si sentiva rifiutato e diffamato, uccise per il desiderio di vendetta”

Ris Placati
di Redazione | 2 min

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Ris PlacatiBondeno. “Si sentiva rifiutato e diffamato dalla donna” e per questo motivo l’ha uccisa violentemente, come dimostrato dalle “brutali modalità di aggressione” che hanno fatto emergere “il movente omicidiario, il desiderio di vendetta da cui ha preso le mosse l’azione”.

È quanto emerge dalle cento pagine di motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise di Ferrara, lo scorso 17 gennaio, ha condannato all’ergastolo il 47enne Doriano Saveri per l’omicidio aggravato di Rossella Placati, 51 anni, avvenuto tra il 21 e il 22 febbraio nella casa di lei a Borgo San Giovanni, alle porte di Bondeno.

Motivazioni che confermano quanto già era emerso durante il processo, che nei mesi scorsi ha “inconfutabilmente provato che l’unica persona che nutriva profonda acrimonia nei confronti della vittima era Saveri“, seppur quest’ultimo non abbia mai confessato il fatto.

Stando a quanto si legge nel documento redatto dal giudice estensore Alessandra Martinelli, l’azione di Saveri si concretizzò al piano superiore della casa, nella “stanza del trucco” dove Placati, mentre si trovava ancora in accappatoio e stava per farsi la doccia, venne aggredita.

L’uomo infatti, che “poteva aggirarsi indisturbato nella casa“, si era precedentemente procurato “dalla cucina un coltello a lama liscia e un mezzo contundente robusto (dal magazzino-garage, ove si trovavano strumenti edili, a lui prontamente reperibili in quanto muratore)” e poi aveva salito le scale “senza destare alcun sospetto nella donna, che non approntava nessuna forma di difesa […] e, senza lasciarle scampo, la colpiva prima con un “destro” alla parte sinistra del volto e, pressoché contemporaneamente, con la mano sinistra che impugnava il coltello, l’attingeva con quattro fendenti“.

La brutalità dell’azione prosegue e i dettagli con cui viene descritta sono agghiaccianti: “Infine, quando il corpo si trovava ormai esanime accasciato a terra, la colpiva, almeno quattro-cinque volte al capo, cagionandole quello che i medici legali hanno definito ‘sfacelo cranico‘. Insomma, un “atto intensamente, profondamente, voluto come dimostrato dalla rapida e spietata azione omicidiaria, che non ha lasciato scampo alla vittima“.

Da qui il movente individuato dalla Corte d’Assise, secondo cui Saveri, ammazzando Placati, “non solo voleva ucciderla” ma “voleva eliminare colei che era divenuta la fonte della sua disperazione, della sua rovina,  del suo stato di ‘demolizione’ interiore come dal medesimo definito, lasciandolo senza un futuro“.

 

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