
di Sara Bolognesi
Un sopralluogo nel cantiere che prosegue dal 2018, tra impalcature e operai al lavoro, mentre la data della riapertura si avvicina. A dicembre 2023, infatti, il Duomo dovrebbe finalmente riaprire le sue porte alla città, come rassicura don Stefano Zanella che sin dall’inizio si è occupato degli interventi alla Cattedrale.
I lavori hanno avuto inizio a seguito delle verifiche sui danni post sisma che nel maggio 2012 ha colpito anche Ferrara. Dopo un’attenta valutazione della situazione si erano riscontrate criticità nei pilastri principali della struttura, per cui non era possibile tenere aperta la Cattedrale vista la sensibile riduzione della loro capacità portante. Gli interventi che dal 2018 ad oggi si sono svolti all’interno dell’edificio hanno permesso di rinvenire elementi strutturali ed architettonici di grande valore.
Nel corso della visita all’interno del cantiere, che ha visto coinvolti anche alcuni studenti del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara, sono stati mostrati i recenti sviluppi dall’ingegnere don Stefano Zanella, direttore dell’ufficio Tecnico amministrativo dell’arcidiocesi di Ferrara.
“Sono già scoperti e visibili due pilastri a cui sono stati tolti i ponteggi e su cui si stanno ultimando i lavori di restauro. Su questi pilastri è ora possibile vedere il colore originario della Cattedrale – che dallo studio di alcuni affreschi risulta essere un color grigio chiaro. Nell’attuale restauro si sta procedendo a ricreare questo colore. Se si potesse ripristinare tutta la Cattedrale al suo colore originario questa potrebbe essere molto più luminosa di com’è oggi” sottolinea don Stefano Zanella.
Un lavoro in sinergia tra Soprintendenza e Regione Emilia-Romagna, su edificio di proprietà ecclesiastica che però è diventato un patrimonio per la cultura, non solo italiana, ma anche internazionale. “Insieme abbiamo costruito – conferma don Zanella – quello che all’inizio sembrava solo un piccolo cantiere. Da qui siamo partiti per una analisi totale e approfondita di un edificio che, con questo intervento, saremo in grado di conoscere ancora meglio”.
Continua don Zanella: “la Cattedrale ha riportato varie problematiche nel corso dei secoli, principalmente dovute all’usura, al tempo e alla scarsa pulizia. Erano già stati fatti alcuni interventi sui pilastri, alcuni di questi documentati e risalenti al 1930, ma non hanno risolto le criticità già presenti all’epoca. Questo cantiere ha tenuto chiusa la Cattedrale per un po’ di tempo, ma si tratta di un intervento necessario e bisogna ricordare che i lavori sono stati bloccati molto a lungo nel periodo del Covid”.

L’intervento ha fatto emergere dai pilastri delle colonne antiche di epoca medievale, che erano state inglobate durante i lavori di adeguamento allo stile barocco nel 1700, realizzati a Cattedrale aperta. Su queste colonne sono stati ritrovati dei capitelli, perfettamente conservati e ben decorati, che raffigurano figure antropomorfe, animali e altri elementi, diventando oggetti di studio.
Quattro di questi capitelli saranno completamente visibili mentre per gli altri verrà realizzato uno sportello ispezionabile sui pilastri, per studi futuri.
Questi lavori post sisma sono quindi diventati un’occasione di scoperta, permettendo di analizzare anche i pilastri secondari e interrogare anche la pavimentazione originale della Cattedrale, a 1 metro e mezzo sotto al livello dell’attuale pavimentazione.
Oggi la Cattedrale è aperta in parte al pubblico con la mostra multimediale “Il cantiere della Cattedrale” all’interno della navata centrale, ai margini del cantiere. L’apertura senza ponteggi, è prevista per Natale 2023, una data simbolica per riunire di nuovo tutta la cittadinanza al suo interno.
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