Macachi, la Cassazione rigetta il ricorso sul sequestro
La Cassazione ha rigettato il ricorso della procura di Ferrara per il sequestro dei macachi che erano stati utilizzato dall'Università di Ferrara per sperimentazioni scientifiche
La Cassazione ha rigettato il ricorso della procura di Ferrara per il sequestro dei macachi che erano stati utilizzato dall'Università di Ferrara per sperimentazioni scientifiche
I carabinieri lo avevano fermato durante un controllo stradale, mentre era alla guida della propria automobile, e - insospettiti dalle pupille dilatate, come segnale di un possibile uso di droghe - gli avevano ritirato la patente e lo avevano denunciato per guida dopo l'assunzione di sostanze stupefacenti. Ieri (21 ottobre) mattina però il gup del tribunale di Ferrara lo ha assolto
Un servizio di presidio del territorio della Polizia Locale Terre Estensi sulla tangenziale ovest di Ferrara, un'automobile che passa sotto l'occhio del 'TargaSystem' e l'allerta che scatta. Quello che doveva essere un normale controllo di routine, si è invece tramutato in una denuncia a piede libero per appropriazione indebita per il conducente
La giudice Monica Bighetti del tribunale civile di Ferrara ha condannato - in primo grado - l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara a pagare quasi 360mila euro di indennizzo a Mario Fornasari, firma storica del Resto del Carlino, riconoscendo la responsabilità civile del Sant'Anna per la morte anticipata della moglie, la 55enne Elisabetta Marcigliano
È a processo con la duplice accusa di detenzione di munizionamento da guerra e omessa denuncia di materie esplodenti perché, oltre al possesso - illegale per la Procura di Ferrara - di trecentoquaranta munizioni, principalmente cartucce calibro 9 Parabellum utilizzate per la pistola d'ordinanza, a casa gli hanno trovato anche un barattolo contente mezzo chilo di polvere da sparo, senza la necessaria autorizzazione preventiva
M’Hamed Chamekh e Atika Gharib
di Martin Miraglia
Quella di M’hamed Chamek era “una mentalità volta ad affermare la supremazia sulla figura femminile percepita come propria”. Ed è per questo che all’assassino di Atika Gharib, uccisa il 2 settembre del 2019 in un casolare a Castello D’Argile dove era stata attratta da quello che era ormai l’ex compagno che aveva denunciato, è stato confermato l’ergastolo dalla Corte d’Appello di Bologna che ieri (1 marzo) ha rilasciato le motivazioni della condanna comminata lo scorso 22 dicembre.
L’uomo, ora in carcere a Reggio Emilia in una sezione speciale per i detenuti con problemi psichici, ha ucciso la sua ex compagna – che aveva anche rifiutato di ritirare le denunce a suo carico – “perché ha riaffermato l’autonomia della propria persona”, e a nulla quindi sono valse le richieste del suo avvocato alla corte di annullare il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione, specie considerando il contenuto di alcuni messaggi dell’uomo nel quale affermava di aver fatto quanto necessario per difendere il suo onore.
La Corte d’Appello di Bologna ha quindi anche rigettato la richiesta della difesa considerare il vizio parziale di mente dell’imputato, che secondo il tribunale di secondo grado ha agito “commettendo l’omicidio come espressione della parte integra della sua psiche”.
Le motivazioni fanno intervenire anche Cristina Coletti, assessore alle politiche sociali del Comune di Ferrara (dove la vittima era residente) che si era anche costituito parte civile nel processo: “Le motivazioni che hanno portato all’ergastolo di M’hamed Chamek, assassino di Atika Gharib, sono raccapriccianti. Proprio in questo momento anche in prossimità della data dell’8 marzo, giornata in cui in si celebra la festa della donna, è sconcertante pensare che la figura femminile possa ancora essere considerata come un oggetto di cui disporre. Sono frasi scioccanti, che richiamano una vicenda barbara nella quale l’amministrazione comunale si è da subito schierata al fianco dei familiari di Atika sostenendoli su più fronti compresa la richiesta di sostegno da parte della Fondazione Vittime di Reato”, ha dichiarato Coletti.
“Questa terribile vicenda ci spinge come amministrazione a impegnarsi sempre di più in azioni volte alla prevenzione delle violenze familiari e alla tutela dell’autonomia delle donne”, ha concluso Coletti.
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