Politica
1 Marzo 2023
Il coordinatore del comitato provinciale "Comitato Parte da noi" analizza la nuova fase del partito

Primarie Pd. Flavio Romani: “Ora una Elly Schlein ferrarese”

di Marco Zavagli | 3 min

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“Ancora non ci credo”. Continua a stropicciarsi gli occhi Flavio Romani. Il coordinatore del comitato provinciale “Comitato Parte da noi” di Ferrara rivive nella mente le parole di chi ha vinto le primarie del Partito democratico. In particolare il motto femminista “Anche stavolta non ci hanno viste arrivare”.

“Tutti davano per scontato che vincesse Bonaccini. Nemmeno le file ai gazebo hanno smosso fino all’ultimo le loro convinzioni. Anche questo è il segnale di una politica, o di politici, staccati dal paese reale”.

Lui invece, Romani, ex presidente nazionale di Arcigay, candidato alle passate regionali con Elly Schlein per Emilia-Romagna Coraggiosa, candidato (da indipendente) nei Ds nel 2004 e con i Radicali nel 2009 per il consiglio comunale di Ferrara, quando ha visto quelle code in via Matteotti, “con tutte quelle persone in attesa di votare ai banchetti delle primarie sotto quel vento gelido ho iniziato a sperarci”.

E ora? Cosa cambia? “Ci sarà un partito con una forte spinta propulsiva da parte di tutti i cittadini che sono venuti a votare, la stragrande maggioranza dei quali è in cerca di una casa politica dove collocarsi”. Secondo Romani “l’apporto di queste energie nuove farà in modo che il Pd si riprenda e sia in grado di fare una grande opposizione e si prepari al riscatto. E, di conseguenza, a vincere le prossime elezioni politiche a livello nazionale e anche quelle comunali a livello locale”.

Per Ferrara Romani si aspetta l’appoggio collettivo del partito, come è stato per la Lega nel 2019: “spero nel supporto concreto della dirigenza nazionale per il 2024; é uno step importante non solo per la città, ma anche per tutto il partito dopo lo smacco subito nel 2019. Non possiamo permetterci di riconsegnare per altri cinque anni la città a questa giunta, a questo modo devastante di fare politica”.

C’è un pericolo scissione nel Pd? “Può darsi che qualcuno se ne andrà, ma credo saranno pochi. Immagino che Elly Schlein per qualcuno possa non essere congeniale, ma di sicuro non caccerà via nessuno né metterà nessuno alla porta, perché non è la sua concezione di partito. È questo partito che deve cambiare modo di pensare: basta capicordata e basta posizioni di garanzia”.

Serve una Elly Schlein ferrarese? “Assolutamente sì. Serve, possibilmente, una candidata sindaca donna, una persona che abbia idee molto chiare e decisa. Si deve capire chi si vuole rappresentare e quindi quali sono i bisogni reali di questa città. Perché il popolo della Sinistra ha dimostrato che c’è. Ma se non trova qualcuno in cui riconoscersi perde fiducia nella politica e non partecipa”.

“Serve una persona credibile perché il Pd ha perso credibilità – aggiunge -. E l’ha persa perché si è fatto guidare da persone che non sono di sinistra”.

Schlein è femminista, lesbica, donna. “Questo significa che la società civile, e le lotte di Arcigay, qualcosa hanno mosso. Dieci anni fa sarebbe stato impensabile una figura come la sua alla guida di un grande partito, come sarebbe stato impensabile sentire una leader di un partito dire in televisione che sta con una donna”.

“Ma lei rappresenta un movimento che è molto più ampio – assicura Romani -: è il movimento che lotta contro le diseguaglianze: quelle sul lavoro, quelle di genere, quelle del clima. Ora le servono persone che la sostengano all’interno del partito, persone che partecipano alla politica in tutti i settori, a cominciare dai circoli. I circoli, la base, devono essere interpellati ogni volta che c’è un passaggio fondamentale. E, soprattutto, vanno ascoltati”.

Nomi di candidati? “Non c’è qualcuno che li deve nominare, questo deve essere un percorso collettivo. Un percorso che si appoggi su una colazione vasta, con una alleanza che vada dai Cinquestelle a tutto il campo progressista. E il prossimo anno, se faremo i passi giusti, andrà bene”.

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