
Chiara Compagno e Marcella Gennari
Arrivano novità nell’inchiesta ‘Red pass‘. Nei giorni scorsi, come già era stato in precedenza anticipato, la procura della Repubblica di Ferrara – pm Ciro Alberto Savino – ha notificato l’avviso di fine indagini alle dottoresse Chiara Compagno e Marcella Gennari, coinvolte nella vicenda delle false vaccinazioni contro il Covid-19 per ottenere il green pass.
Nello specifico, sia a Compagno che a Gennari – quest’ultima in concorso con la figlia Francesca Ferretti – sono stati contestati i reati di corruzione, peculato, truffa ai danni dello Stato e falso.
Le indagini sono partite poco più di un anno fa e grazie alle telecamere nascoste dalla guardia di finanza negli ambulatori delle due dottoresse, gli inquirenti hanno potuto provare le modalità con cui veniva simulata la somministrazione del vaccino anti Sars-CoV-2.
Ora si attendono i tempi tecnici, che potranno variare a seconda della richiesta di nuovo interrogatorio o della presentazione di memorie difensive, e poi il pm Savino dovrebbe procedere col rinvio a giudizio di Marcella Gennari e Francesca Ferretti – oggi difese dall’avvocato Alessandro Valenti del foro di Bologna – e di Chiara Compagno – difesa dall’avvocato Carlo Taormina del foro di Latina e dall’avvocato Marco Linguerri del foro di Ferrara.
Per quanto riguarda le posizioni dei pazienti – che sarebbero accusati di falso e corruzione e per cui anche per loro è attesa la notifica di fine delle indagini – sarà, invece, aperto un secondo troncone processuale.
Alcuni di loro (35 persone) sono già stati giudicati in patteggiamento con pene di otto mesi per reato di falso e di un anno e otto mesi per i casi in cui al falso si aggiungeva la corruzione.
A questi profili già definiti si aggiungono circa 160 posizioni che riguardano i pazienti delle due dottoresse che non hanno già confessato come altri e che dicono di non essere loro quelli ritratti nei video della guardia di finanza. Posizioni che verranno stralciate e giudicate separatamente. Così come le circa venti posizioni di minori, per i quali procede la Procura per i minori di Bologna.
Altri 115 pazienti hanno invece confessato e scelto la via del patteggiamento. In attesa della formalizzazione della chiusura delle indagini.
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