Attualità
5 Febbraio 2023
Il flash mob davanti all'ex caserma in via Scandiana ha raccolto circa duecento persone 'armate' di cartelli di protesta: "Siamo una città in vendita"

E’ un coro di ‘no’ contro il progetto Fe.Ris: “Basta cemento”

di Redazione | 3 min

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“Non nel giardino di Borso” è il grido che si alza da un cartello del primo flashmob organizzato dal Forum Ferrara Partecipata, che si è svolto nella mattinata di sabato 4 febbraio in via Scandiana tra i civici 16 e 18, dove sorge la vecchia caserma, raccogliendo circa duecento persone.

Tra i presenti molti residenti della zona, rappresentanti politici come Paride Guidetti del Movimento Cinque Stelle, Sergio Golinelli, coordinatore di Sinistra Italiana, la consigliera Anna Chiappini e l’avvocato Fabio Anselmo.

Come ha spiegato Alessandra Guidorzi, referente del comitato residenti, l’intento dell’incontro è dire no a un progetto che non tiene conto dell’opinione e delle necessità dei cittadini, che ha un utilizzo privato e nessuna utilità pubblica, che cementifica, quindi non è rigenerativo, sostenibile, e nemmeno innovativo. Come ha ribadito la referente “a Ferrara ci sono quattordici marche di supermercati, non ci serve la quindicesima, e ci raccontano che così la spesa costerà meno. Non crediamo a nulla di tutto questo, e per questo quartiere non vogliamo che venga tradita la sua vocazione museale. Per noi questa caserma deve rappresentare una continuità con il verde del bastione di San Tommaso e non che la Cavallerizza diventi un luogo per vendere salsiccia e patate fritte, perché c’è bisogno invece di luoghi di aggregazione e di bellezza”.

Dello stesso avviso è anche il collega Marcello Toffanello: “In quest’area qualcosa bisogna fare, ma non serve creare una piazza dove non c’era e mettere su un livello più basso Palazzo Schifanoia, vista la mole degli edifici che saranno costruiti, e nemmeno costruire un parcheggio sulle mura storiche e far diventare supermercato uno dei pochi luoghi in cui la campagna lambisce le mura cittadine. Le mura, le delizie estensi e il paesaggio naturale sono le ragioni per cui Ferrara è patrimonio dell’umanità, e questo progetto va respinto, perché le nega tutte e tre”.

“Sono qui per dire che bisogna mettere da parte questo affare e ricominciare da capo – afferma Corrado Oddi, referente del Forum – coinvolgendo le persone, la città”.

“Ferrara non ha bisogno di altro cemento”, “progettiamo insieme con il cuore e con la testa”, ribadiscono altri cittadini, “Ferrara è una città speciale e merita attenzione e cura. Occorre preservarne lo stile e la bellezza, bisogna proteggerla e non distruggerla con aumento di traffico e inquinamento. Fe.Ris vuole cementificare la città, andando contro l’obiettivo di riduzione del consumo di suolo”.

 “Mi meraviglio che chi ama la bellezza e la cultura sia assente, questo progetto è una vergogna” esclama poi Franca, residente in via Cisterna del Follo.

“Il Movimento 5 Stelle è fortemente ambientalista – ribadisce Paride Guidetti – e noi siamo contrari a Fe.Ris, che va contro l’ambiente e non farà bene alla città e al futuro dei giovani. La giunta attuale non ha una delega in bianco per fare qualsiasi cosa, ma per i programmi che ha presentato in campagna elettorale, e lì non c’era Fe.Ris. Questo progetto è altamente impattante, e i cittadini devono essere consultati in merito”.

“Sinistra Italiana e i Verdi ci sono – spiega Sergio Golinelli -. Fin dall’inizio abbiamo espresso la nostra opinione e riteniamo che sia uno scandalo, un puro esempio di speculazione edilizia. Interessante poi che l’assessore Gulinelli abbia insistito molto nel definire ‘clienti’ i visitatori della nostra città, una volta si chiamavano ospiti, ora è tutto commerciale, siamo una città in vendita, per chi se la può permettere”.

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