Marco Libanore
Il 30 gennaio viene celebrata la Giornata mondiale per la lotta alle Malattie Infettive Neglette che costituiscono un gruppo eterogeneo di infezioni causate da virus, batteri, parassiti, funghi e tossine. Tra le più importanti in termini di impatto epidemiologico ricordiamo: l’ulcera del Burul, la tripanosomiasi americana o malattia di Chagas, la dengue, la dracunculosi, l’echinococcosi cistica, le trematodiasi alimentari, la tripanosomiasi africana umana, la leishmaniosi, la lebbra o malattia di Hansen, la filariosi linfatica, il micetoma e altre micosi profonde, l’oncocercosi (cecità fluviale), la rabbia, la scabbia e altre ectoparassitosi, la schistosomiasi o Bilharziosi, le elmintiasi, la teniasi e cisticercosi, il tracoma, la framboesia o treponematosi endemiche e l’avvelenamento da morso di serpente.
L’Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, diretta dal dottor Marco Libanore, contribuisce alla gestione diagnostica-terapeutica delle stesse e all’isolamento delle forme più contagiose. Il Servizio partecipa, inoltre, al Sistema di Sorveglianza che rientra nel Registro Nazionale dei casi di Leishmaniosi.
“La lotta alle malattie infettive neglette – mette in evidenza Libanore – deve essere un obiettivo anche per la nostra Sanità, in quanto contribuisce a ridurre le disparità di salute globale tra le popolazioni del pianeta e a mitigare la povertà nelle regioni dove esse sono più diffuse. A causa dei fenomeni sociali e dei viaggi internazionali per l’incremento osservato, anche nel nostro Paese, dobbiamo essere sempre più consapevoli che il fenomeno è in espansione e richiede un approccio multidisciplinare, che per quanto riguarda le strategie di controllo a livello di comunità, coinvolgono oltre alla medicina, scienze come la entomologia, la veterinaria, l’agricoltura, l’ingegneria, l’antropologia e la sociologia. E’ importante sapere che gli interventi per il controllo delle malattie infettive neglette, come la chemioterapia preventiva e la diagnosi e il trattamento intensivo dei casi, favoriscono sia l’individuo (nel quale viene ridotto il rischio di sviluppare la malattia grazie ai farmaci) ma anche la comunità, in quanto essa trae giovamento dalla cura dell’infezione nei malati”.
L’Oms ha più volte ribadito la necessità di incrementare la prevenzione e il controllo di queste patologie infettive per troppo tempo dimenticate. Le malattie neglette sono presenti in tutto il mondo e colpiscono più di un miliardo di persone, causando oltre mezzo milione di morti l’anno. Sono diffuse soprattutto tra le popolazioni povere e marginalizzate, specialmente quelle rurali, in cui vi è una grave carenza del sistema sanitario. Si tratta di malattie tendenzialmente croniche e disabilitanti, spesso associate a stigma ed esclusione sociale. Sono infatti responsabili di epidemie ripetute che aggravano le condizioni sociali e sanitarie delle popolazioni colpite, favorendo il ripetersi di malattie e povertà, e limitando le prospettive di sviluppo di intere comunità. Le malattie neglette sono prevalenti nelle aree tropicali e subtropicali, tuttavia sono diffuse in tutto il mondo a causa di viaggi internazionali, fenomeni migratori, movimentazione degli animali, commercializzazione internazionale di prodotti alimentari e cambiamenti climatici globali, che estendono l’area di competenza per la presenza di insetti vettori e di ospiti mammiferi e uccelli, in grado di diffondere facilmente questi patogeni.
In Italia queste malattie trovano sempre più riscontro per gli innumerevoli mutamenti sociali osservati nel corso degli ultimi anni. Uno studio condotto nel nostro Paese nel periodo compreso tra il 2011 e il 2018 in una decina di Centri sentinella del territorio nazionale ha portato ad identificare 4.132 casi di questo tipo.
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