Manuela Macario, invitata come esperta, si sfoga su Facebook. In un video lo scontro con la dirigente. Fedozzi: “Io non ha chiesto a nessuna di vergognarsi”
Esponente Lgbt invitata all’assemblea degli studenti del liceo denuncia: “Vittima di discriminazione da parte della preside”
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Manuela Macario guida un corteo Lgbti+
Invitata come esperta di identità sessuale a relazionare, insieme ad altri due professionisti, davanti alla platea dell’assemblea degli studenti del liceo Ariosto, finisce lei stessa per essere vittima di discriminazione di genere.
Lo denuncia Manuela Macario, presidente Arcigay di Ferrara, docente e formatrice professionale, sul proprio profilo Facebook.
“Dopo tanti anni di esperienza professionale come esperta di identità sessuale, discriminazione e macro e micro aggressioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere- scrive -, oggi, proprio nella scuola che mi ha formata e cresciuta, il Liceo Classico Ludovico Ariosto di Ferrara, alla veneranda età di 51 anni, sono stata vittima io stessa di quella stessa discriminazione e micro aggressione (anche se nemmeno tanto micro) di cui parlo nelle mie formazioni”.
Ad ‘aggredirla’ sarebbe stata la dirigente scolastica Isabella Fedozzi. Secondo la versione di Macario, durante il suo intervento “di carattere formativo, nel quale utilizzo tecniche educative formali e non formali (coinvolgo le persone sollecitando riflessioni con domande), la dirigente scolastica è salita sul palchetto dal quale parlavo, mi ha chiesto con veemenza di darle il microfono, mi ha intimato di sedermi, ha rassicurato la platea che la scuola garantiva la libertà di pensiero e il rispetto educativo delle famiglie, ha nemmeno tanto velatamente discreditato il contenuto del mio intervento di carattere scientifico-sociologico per poi girarsi verso di me e dirmi, con tono di disapprovazione, che non avrei nemmeno dovuto alzarmi in piedi per intervenire”.
Tutto ciò “di fronte a una platea di studenti che fino a quel momento stavano partecipando, rispondendo alle mie sollecitazioni, con rispetto reciproco, con argomentazioni ben motivate anche quando non concordi, con un’attenzione alla quale nelle scuole noi formatori non siamo sempre abituati”.
Macario estende i contorni di quella che definisce discriminazione “non solo alla mia persona, in quanto professionista in primis, ma anche in quanto persona appartenente a quello che la dirigente ha appellato come ‘mondo lt qualcosa’ (testuali parole)”.
Secondo l’esponente Lgbt “la gravità di quanto accaduto è soprattutto da riferire al messaggio che gli studenti hanno ricevuto da tutto ciò: una persona Lgbti+, una professionista Lgbti+ può essere non rispettata, può essere contraddetta anche se portatrice di pensieri scientifici, può essere intimata di sedersi e può essere messa a tacere”
“Tutto questo dovrebbe fare sentire accolti i ragazzi Lgbti+ presenti nella scuola? – continua Macario -. E la cosa buffa è che sono stata messa a tacere proprio quando ho chiesto ai ragazzi di alzarsi in piedi nel caso fossero persone Lgbti+ o avessero parenti o amici Lgbti+. Erano tutti in piedi. Perché le discriminazioni colpiscono tutti e non solo chi le subisce direttamente”.
Sul profilo Facebook di Macario fioccano commenti. Alcuni sono anche diretti interessati: “Da studentessa in corso del liceo, sono veramente mortificata. Purtroppo è solo un assaggio del clima, della realtà nella quale viviamo noi studenti (e spesso anche professori)”.
Altri parlano de relato: “alcune insegnati presenti, mi è stato riferito, fossero visibilmente imbarazzate e dispiaciute. L’Ariosto non è la dirigente: è un liceo fatto di giovani che oggi hanno fatto dibattito, confrontandosi con rispetto e ascolto dell’altro. E molti docenti li stimolano in questo. Questo va detto con forza”.
Ci sono anche commenti equidistanti: “Mia figlia è tornata a casa stizzita ed indignata sia per l’atteggiamento della preside che per quello di Macario. Capisco che chi è attaccato voglia difendersi, ma purtroppo entrambe dovevate rendervi conto che in quel momento la voce ascoltata doveva essere quella degli studenti”.
“Mia figlia – scrive un altro genitore – è tornata a casa molto scossa, dicendo che avevano sbagliato entrambe (preside ed esperta)”.
Nella giornata di ieri non ci è stato possibile contattare la preside, che parla però attraverso una registrazione dell’incontro scontro con l’esponente Lgbti+. Nell’audio manca purtroppo la prima parte della ‘vertenza’.
Nel video si sente Macario, indignata, attaccare Fedozzi, avvertendo che “questa cosa non finirà qua, segnalerò la cosa all’ex Provveditorato”, per poi dirle che “il problema è il messaggio che lascia ai suoi ragazzi. In questo spazio ci sono dei ragazzi Lgbt che fanno parte di un mondo che lei in qualche modo ha calpestato”.
Rinfrancata dagli applausi, Macario insiste: “vi dovreste vergognare come dirigenti e come insegnanti, io mi vergogno di cosa è diventato questo liceo”. Ancora applausi. “In questo liceo c’è stato un dirigente scolastico gay che è sempre stato rispettato da tutti”.
Tocca poi alla dirigente parlare. E si rivolge ai suoi studenti: “Che voi plaudiate è vostra autonomia, che io abbia delle responsabilità è mia responsabilità. Che la contrarietà delle posizioni debba dare luogo a che qualcuno debba vergognarsi spero sia altrettanto oggetto di riflessione quanto tutto quello che avete sentito. Io non ho chiesto a nessuno di vergognarsi ma sono stata richiesta di vergognarmi…”.
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