Cronaca
20 Gennaio 2023
La procura ha ormai terminato le indagini. Si va verso processi separati. Prima le due dottoresse

Falsi vaccini e no vax, verso la resa dei conti

di Redazione | 2 min

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La procura di Ferrara ha ormai terminato le indagini che riguardano il capitolo falsi vaccini. Secondo quanto trapela da fonti vicine al tribunale, si prospettano due tronconi separati per giudicare chi si sarebbe reso colpevole di falso e corruzione, vale a dire i pazienti delle due dottoresse, e chi si sarebbe reso colpevole di corruzione, peculato, truffa allo Stato e falso, vale a dire Chiara Compagno e Marcella Gennari.

Gli esiti processuali dell’inchiesta ‘Red Pass’ sulle false vaccinazioni contro il Covid-19 e le false attestazioni di esenzione dal vaccino non confluiranno quindi in un maxi processo con centinaia di imputati.

Alcuni (35 persone), tra l’altro, sono già stati giudicati in patteggiamento con pene di otto mesi per reato di falso e di un anno e otto mesi per i casi in cui al falso si aggiungeva la corruzione. A questi profili già definiti si aggiungono circa 200 posizioni che riguardano i pazienti delle due dottoresse che non hanno già confessato come altri e che dicono di non essere loro quelli ritratti nei video della Guardia di Finanza. Posizioni che verranno stralciate e giudicate separatamente. Così come le circa venti posizioni di minori, per i quali procede la Procura per i minori di Bologna.

Altri 115 pazienti hanno invece confessato e scelto la via del patteggiamento.
In attesa della formalizzazione della chiusura delle indagini

Le indagini, coordinate dal pm Alberto Savino, sono partite esattamente un anno fa. Grazie a telecamere nascoste dalle fiamme gialle negli ambulatori delle due dottoresse, gli inquirenti hanno potuto provare come venisse simulata la somministrazione del vaccino anti Covid-19.

Nelle riprese si vede una delle due professioniste fingere di inoculare il vaccino e svuotare la siringa nella garza. Il paziente vuole sentirsi rincuorare: “tutto come prima?”. “Sì naturalmente, nel silenzio più assoluto. Non lo deve sapere neanche Dio” si raccomanda.

A un’altra paziente affida lo stesso patto di segretezza: “Il tuo silenzio per me è tutto. Non dovete parlarne con gli amici”.

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