Vola giù dall’impalcatura. Muore 70enne
Tragedia sul lavoro a Lido delle Nazioni, dove - nel pomeriggio di martedì 27 maggio - un uomo di 70 anni è morto dopo essere precipitato da un'impalcatura in una proprietà privata
Tragedia sul lavoro a Lido delle Nazioni, dove - nel pomeriggio di martedì 27 maggio - un uomo di 70 anni è morto dopo essere precipitato da un'impalcatura in una proprietà privata
Durante un servizio in abiti civili la Polizia Locale di Ferrara ha fermato e denunciato una persona per spaccio. Gli hanno sequestrato 1,81 grammi di cocaina e 80 euro incassati dalla vendita a una coppia
Nel pomeriggio di domenica 26 maggio è scattata un’operazione straordinaria interforze su impulso delle determinazioni emerse in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto in Prefettura
Non c'è simbolo di partito sulla scheda. Nessun volto a cui affidare una delega in bianco. L'8 e 9 giugno, dice Maurizio Landini, "non si vota per qualcuno. Si vota per qualcosa". E in un'Italia dove metà degli elettori resta a casa, dove il lavoro è sempre più frammentato, sottopagato, precario, quel “qualcosa” ha il sapore di una possibilità concreta di cambiamento
Sarà processata con rito abbreviato la 59enne di nazionalità italiana che - secondo la ricostruzione della Procura di Ferrara - avrebbe approfittato del duplicato delle chiavi di casa che le erano state fornite per aiutare una coppia di anziani coniugi 90enni nelle faccende domestiche, intrufolandosi - di notte, mentre i due erano a letto - nella loro abitazione e rubare carte di pagamento e gioielli preziosi, arrivando a intascarsi quasi 20mila euro
Fabio Anselmo
Una ferita che va avanti dal novembre del 1944, quando nel periodo immediatamente post-bellico la Germania si rese responsabile di crimini di guerra nei confronti degli italiani ai loro occhi traditori e li internò disumanamente, potrebbe nel – relativamente – breve periodo chiudersi definitivamente con un risarcimento da parte della Repubblica Federale, eseguito però con il pignoramento dei beni immobiliari dello Stato tedesco a Roma. Ovvero il Goethe Institut, la scuola germanica, l’istituto Storico Germanico e l’istituto Archeologico Germanico.
La storia, che parte da Berra e si dipana per le aule di tribunale della penisola con l’interessamento dell’avvocato Fabio Anselmo, ha come protagonisti gli eredi di Gualberto Cavallina, partigiano catturato dai nazisti nel novembre del ’44 e deportato facendo il giro dei campi di concentramento tedeschi con la matricola 40140 fino alla liberazione avvenuta alla fine di giugno del 1945, a guerra finita.
Il figlio Diego Cavallina, quindi, intraprende la battaglia legali per vedersi riconosciuto il danno ed essere risarcito, almeno simbolicamente, dopo che a fine 2015 la Corte Costituzionale riconosce il diritto delle vittime di chiedere il ristoro dei danni subiti per crimini di guerra e contro l’umanità. Lì l’unione con l’avvocato Anselmo e la presentazione del ricorso presso tribunale civile di Roma.
Il processo ha bisogno di anni per vedere la vittoria di Cavallina, che però dopo una prima sconfitta (con il ministero degli Esteri costituitosi come parte civile sposando le ragioni della Germania nella loro interpretazione del diritto internazionale recepito anche dalle norme italiane con trattati bilaterali che ‘scusano’ la Germania stante il versamento delle riparazioni di guerra) diventa vincitore in Corte d’Appello a Roma nel 2020: il secondo grado condanna la Germania a 100mila euro di risarcimento più le spese accessorie.
Con lui, in casi simili a questo, ci sono anche i familiari di un altro deportato, Giorgio Angelantonio, e un’amministrazione locale greca. Il 30 aprile 2022 però, il governo (all’epoca presieduto da Mario Draghi), presenta un decreto legge che salva la Repubblica Federale dai pignoramenti necessari per gli indennizzi impedendo l’avvio di nuove procedure esecutive ed estinguendo quelle già avviate. In cambio viene istituito un fondo di 20 milioni di euro per le famiglie che hanno avuto parenti uccisi dai nazisti dal settembre del ’39 all’8 maggio del 1945.
Non abbastanza per le famiglie e, anche, per il giudice delle esecuzioni della quarta sezione civile, Miriam Iappelli, che invece nota come il decreto “pacificamente rilevante nel procedimento in esame” possa essere incostituzionale e ne solleva il dubbio alla Consulta.
“Appare violato il diritto di insopprimibile garanzia della tutela giurisdizionale dei diritti, che è intimamente connesso con lo stesso principio di democrazia”, scrive infatti la giudice nelle motivazioni della decisione, ed inoltre “il diritto del creditore a soddisfarsi in sede esecutiva costituisce componente essenziale del diritto di accesso al giudice” in quando fattore complementare alla tutela giurisidizionale e quindi anche “la fase di esecuzione coattiva delle decisioni di giustizia deve ritenersi costituzionalmente necessaria”.
Ecco quindi che il giudice delle esecuzioni riditene che il decreto “sia in contrasto con gli articoli 2 e 24 della Costituzione perché nega sine die il diritto di una categoria specifica di creditori di accedere al giudice esecutivo al fine di rendere effettiva l’attuazione del provvedimento del giudice ottenuto in sede di cognizione in caso di inadempimento spontaneo da parte del debitore”. Inoltre, per il giudice esecutivo, la norma avrebbe creato una fattispecie di singolarità esentando solo la Germania, e non gli altri Paesi, dagli effetti forzosi delle condanne, e per questo l’istituzione del fondo non è né ristoro né garanzia sufficiente per i parenti coinvolti in quanto il testo prevede “l’estinzione automatica della procedura (di esecuzione, ndr) nonché la soppressione del diritto di agire esecutivamente in futuro”.
Gli asset immobiliari della Repubblica Federale Tedesca rientrano quindi in gioco per il diritto mentre, almeno temporaneamente, il processo di pignoramento viene sospeso. Ora dovranno decidere gli ermellini della Corte Costituzionale che scriveranno, probabilmente, l’ultima parola del diritto sulla vicenda.
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