Politica
27 Novembre 2022
Ultimo caso in via Vittorio Veneto. L’allarme lanciato dal gruppo ambiente del M5S

“A Ferrara alberi abbattuti senza controllo”

di Redazione | 3 min

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“Vogliamo lanciare un allarme” esordisce Tommaso Mantovani, mentre Paride Guidetti sottolinea: “L’ennesimo allarme”. “Nel comune di Ferrara, dal centro fino ai limiti del confine comunale, non pare esserci un controllo sull’abbattimento degli alberi”.

L’allarme lanciato dal gruppo ambiente del Movimento 5 Stelle nasce dall’abbattimento pianificato e in via di esecuzione di 18 pioppi cipressini in via Vittorio Veneto oltre che il disboscamento di un’area privata in zona Porporana di tre ettari e mezzo. Due eventi non direttamente collegabili ma che, secondo gli esponenti pentastellati, vanno contro le linee guida che Italia e Europa si sono date per l’abbattimento delle emissioni considerando che gli alberi assorbono grandi quantità di CO2 e sono quindi da considerarsi “come i migliori condizionatori per il pianeta”.

Per quanto riguarda gli abbattimenti in via Vittorio Veneto il dubbio principale risiede nel fatto che “nella pianta – dice Mantovani a seguito di una consulenza di un agronomo di fiducia – non sembra esserci insanità”. Le perizie comunali parlano però nello specifico di instabilità più che di piante malate e ciò potrebbe essere dovuto anche a manutenzioni approssimative come la capitozzatura spesso denunciata dai pentastellati ma anche dalle tante associazioni ambientaliste presenti sul territorio.

Ecco che quindi il consigliere comunale rilancia chiedendo la piantumazione di almeno “tre nuovi alberi per ogni albero abbattuto”. Come noto c’è un regolamento comunale che prevede quante piante debbano essere piantate a seguito di abbattimento in base alla dimensione del tronco.

C’è inoltre da salvaguardare un quartiere caratterizzato dalla presenza massiccia di alberi che negli ultimi tempi, a causa di potenti fortunali, o di qualche temporale hanno creato disagi. Rami caduti su macchine parcheggiate o sulla strada a bloccare il passaggio sono indubbiamente un pericolo ma, dice Mantovani, “c’è modo di fare manutenzione invece di tagliare sempre”.

Per questo chiedono “una maggiore attenzione e un maggiore coinvolgimento del tavolo tecnico che già è in atto tra assessorato ambiente e comitati e associazioni ambientaliste”. “Perché – chiede infatti Paride Guidetti – ci dobbiamo porre il problema quando l’albero è già tagliato? Penso che li ci sia una falla”.

La situazione è ancora più complessa per quanto riguarda il bosco di tre ettari e mezzo la cui creazione fu finanziata da un privato cittadino attraverso contributi europei. Un cambio di proprietà ha cambiato la linea disboscandone già la metà.

Mantovani si chiede quindi se si stia “agendo secondo i termini di legge” considerando si parla di “regolamento del verde pubblico e privato”. “Se continuiamo a tagliare alberi in questo modo – conclude Mantovani – è inutile riempirsi la bocca con la leggere regionale 24 sul consumo di suolo” oltre a rendere complesso raggiungere gli obiettivi su clima e ambiente che l’Unione Europea si è data nell’agenda 2030.

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