Politica
19 Novembre 2022
La consigliera: “Ribadisco che non ho mai inviato proiettili al vicesindaco se non un bossolo inerte che tenevo come cimelio e di cui mi sono presa la responsabilità”

Minacce a Lodi e a sé stessa, chiuse le indagini nei confronti di Arquà

di Daniele Oppo | 2 min

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Minacce e simulazione di reato. La procura ha chiuso le indagini a carico della consigliera comunale Rossella Arquà per sette lettere anonime minatorie nei confronti del vicesindaco Nicola Lodi e di sé stessa (per questo la simulazione).

Lettere fatte trovare nella sede della Lega tra i mesi di aprile e giugno del 2021 e per le quali Arquà si è assunta le proprie responsabilità davanti alla pm Isabella Cavallari. L’avviso di notifica del fine indagini, chiuse a fine ottobre, è arrivato recentemente alle parti.

Varie le minacce scritte. “Lodi preparati che farai una brutta fine”, “Naomo guardati alle spalle perché noi ci siamo”, “Lodi sappiamo che hai paura occhio pure alla tua begnamina [sic] che apre”, “Caro Lodi e tu che apri la sede e ti vedo Arqua adesso il gioco diventa pesante occhio”, “Via con la Digos ma non ci saranno sempre a salvarvi presto arriveranno troppo tardi per voi 2”, “Lodi Arqua sappiamo la paura che avete sta arrivando la vostra fine un colpo e basta”, “Lodi sappiamo dove abiti Arqua adesso sappiamo dove abiti tu o soli o in compagnia addio per voi è finita”. A queste si aggiunge un bossolo lasciato sempre nella buchetta delle lettere della sede della Lega.

“Alla luce della notifica dell’avviso della conclusione delle indagini, non posso che ribadire, in attesa di vedere gli atti del fascicolo, quanto già detto sia al magistrato che pubblicamente – afferma la consigliera recentemente reintegrata dopo la pronuncia favorevole del Consiglio di Stato che ha giudicato illegittime le dimissioni fattele firmare dal presidente Lorenzo Poltronieri -. Non ho mai inviato proiettili al vicesindaco. Infatti le iniziali ipotesi di accusa in questo senso, ossia le buste contenenti i proiettili pervenutegli in Comune, sono state archiviate per quanto mi riguarda. Non sono stata io, ma qualcun altro. Chiunque dirà il contrario, se ne assumerà le responsabilità. L’unica cosa che io ho ammesso, e che non trova smentita, è che nella buchetta delle lettere della sede della Lega, senza alcun rifermento a Naomo Lodi, è stato ritrovato, un bossolo inerte, ossia già sparato, quindi senza alcuna carica esplosiva, che ritrovai anni addietro durante una passeggiata in montagna e che tenevo come cimelio. Solo di questo mi sono assunta la responsabilità”.

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