Spal
27 Ottobre 2022
Taglio del nastro per la nuova struttura, che sorge nell'ex Residenza Cenacolo di via Giuseppe Fabbri. Tacopina: "È il giorno più importante da quando sono presidente"

La famiglia Spal si allarga col nuovo convitto per i biancazzurri di domani

di Davide Soattin | 5 min

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Lo slogan We are a family – sotto la scritta Casa Spal – è il benvenuto che giganteggia sui muri dell’ex Residenza Cenacolo di via Giuseppe Fabbri 410, ufficialmente da mercoledì – e almeno fino al 2040, grazie all’accordo di collaborazione con l’Arcidiocesi Ferrara-Comacchio – nuova sede del settore giovanile biancazzurro, in cui saranno ospitati i ragazzi del vivaio provenienti da fuori città.

Al taglio del nastro c’era il presidente Joe Tacopina: “Non posso credere che tutto questo sia vero. Mi sento entusiasta per tutto quello che siamo riusciti a fare e penso che sia uno dei giorni più importanti, se non il più importante, da quando sono alla Spal perché il vivaio è il nostro battito cardiaco e la nostra forza. Lo è sia per i risultati sportivi, tant’è che lo scorso anno abbiamo festeggiato uno storico scudetto, ma anche per quello che stiamo facendo fuori dal campo. Continuando a lavorare così, credo che potremo avere un vantaggio importante sulle altre società provinciali”.

Il convitto, ristrutturato e rammodernato in poco più di tre mesi, sorge su tre piani. Al pian terreno trovano spazio una hall per l’accoglienza, una sala ristorante per i giovani calciatori e i dirigenti, oltre che una sala tv con alcuni divani dove guardare le partite, una sala giochi con tavoli da biliardo e ping-pong e due uffici: uno per i ricevimenti e l’altro per i responsabili.

Al primo piano invece sono state ricavate le camere da letto delle formazioni Primavera e Under 18, mentre al secondo quelle di U15, U16 e U17. In totale, i posti letto attuali possono ospitare 60-65 ragazzi ma in ottica futura i numeri potrebbero crescere. La struttura si completa con numerosi spazi comuni tra cui anche tre aule studio (con didattica online e tutor scolastici), un ampio giardino.

Tutte le aree sono tappezzate qua e là di frasi motivazionali (alcune del presidente Tacopina, altre di Paolo Mazza e una addirittura di Malcolm X) e di figurine Panini storiche di campioni passati per Ferrara, da Massei a Capello, da Bozzao a Reja, fino ai recenti Antenucci e Petagna. Ma anche di magliette. In più, la Spal ha acquistato un pullman di proprietà a disposizione dei ragazzi del convitto per poter permettere lo spostamento in sicurezza tra la loro ‘casa’ – dove a breve sarà realizzata una palestra – e il centro sportivo di via Copparo, sede degli allenamenti.

“È una magnifica struttura – prosegue il presidente – che consente ai ragazzi di vivere esperienze a 360 gradi e fa stare tranquilli i genitori. Un mese fa, una donna svedese mi ha fermato in città. Mi ha detto che aveva appena lasciato il figlio 14enne al convitto. Era nervosa, agitata per lasciare il suo ragazzo da solo, ma allo stesso tempo convinta, colpita da Ferrara e dal calore dello staff di Catellani, che ha fatto sentire il figlio parte di una famiglia. Loro sono la ragione per cui il settore giovanile è così competitivo. Oggi posso dire che abbiamo il miglior convitto d’Italia e questo mi rende esageratamente orgoglioso”.

Proprio Andrea Catellani, responsabile del settore giovanile, a proposito di casa Spal, afferma: “Questa è una pietra miliare per il futuro. È un centro che nasce per costruire il futuro della nostra società e dei nostri ragazzi. Oggi Ferrara ha un tassello importante che la può rendere unica nel panorama nazionale e non solo calcistico, che rispecchia il nostro modo di fare calcio. È sì necessario il risultato sportivo, ma soprattutto pensiamo che sia necessario creare un percorso in cui i ragazzi studiano e si sentono a casa. Qui c’è tutto quello in cui crediamo perché per noi i ragazzi non saranno mai numeri, ma figli da appoggiare per poi magari un giorno piangere per un gol di Peda in Serie B“.

Il centrale polacco infatti, a segno nell’ultima goleada al Cosenza, è cresciuto nella vecchia sede del convitto di via della Fornace come ricorda il dg Andrea Gazzoli, sottolineando l’importanza della sostenibilità come tema su cui progettare il domani a tinte biancazzurre: “È stato l’undicesimo ragazzo a esordire in Prima Squadra e il secondo a fare gol in Serie B dopo Seck. È ovvio che il nostro futuro è lì, e lì dovremmo andare a investire”.

Lo sa bene anche il direttore tecnico Fabio Lupo: “È un progetto straordinario che parte da lontano e sono invidioso di tutti coloro che hanno contribuito a crearlo perché io non c’entro assolutamente nulla. Ma sento la grande responsabilità di essere all’altezza di una programmazione come questa. Spesso, quando parlo della mia società ideale, parlo di un club che sia capace di fare calcio sostenibile a livello di Prima Squadra tramite un settore giovanile con basi e radici solide. Pensavo fosse utopia e invece ho scoperto che qui è realtà”.

Fondamentale il contributo dell’Arcidiocesi Ferrara-Comacchio, rappresentata da monsignor Massimo Manservigi: “L’idea di fondo è che le persone devono essere messe nella condizione di crescere e quindi siamo felici di aver concluso insieme la realizzazione di questo centro. La Spal nasce per la formazione spirituale in un centro religioso che riteneva il valore dello sport come valore formativo , quando abbiamo iniziato a parlare con la dirigenza per capire come realizzare questo convitto, la grande preoccupazione era riuscire a creare un ambiente adatto alla crescita totale, dando ai ragazzi la possibile di diventare uomini oltre che giocatori. È nata una bella collaborazione, passo dopo passo, sempre nel segno di un confronto elemento di garanzia. Spero che arrivino tanti frutti, non solo sportivi, ma anche umani”.

“È un momento bello – conclude il sindaco Alan Fabbri – perché la Spal dà un esempio a tutta Italia di voler credere nel vivaio giovanile. È una dimostrazione di quanto il club creda in quello che fa, dando la possibilità ai ragazzi di diventare veri calciatori. L’amministrazione è pronta a collaborare, non da ultimo i biancazzurri hanno acquisito il campo di calcio di Malborghetto con la volontà di ampliare gli spazi per allenarsi. I grandi? Li vedo bene. Sono una squadra che deve essere messa in campo con valori e principi. Sono stato a cena con De Rossi e mi hanno colpito molto la sua umiltà e la sua voglia di fare. Ha scelto Ferrara perché ha riconosciuto attraverso suoi tifosi la voglia di fare e di tifare non solamente una squadra, ma una fede, una tradizione e una cultura“.

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