Si chiude con due condanne e quattro assoluzioni il processo di primo grado a carico di sei tifosi (un settimo ha scelto la via della messa alla prova), imputati di minacce per la famigerata testa di maiale lasciata davanti al centro sportivo della Spal il 30 luglio del 2020.
Un gesto di protesta, accompagnato dallo striscione “via i porci da Ferrara”, che costò ai tifosi – tutti assistiti dagli avvocati Andrea Ferrari e Giovanni Adami – sette Daspo e la denuncia da parte della Digos. Ieri il giudice ha deciso per l’addebito di responsabilità a carico di due di essi – condannati a 2 mesi e 20 giorni, con pena sospesa – mandano gli altri assolti (motivazioni a 90 giorni).
La polizia individuò gli autori grazie al marchio presente in un orecchio della testa del maiale, risalendo dapprima al macello e poi al macellaio che lo aveva venduto. Da qui emerse che ad acquistare la testa fu un tifoso spallino. Vennero sequestrati anche i telefonini e dalle analisi della chat i poliziotti individuarono il presunto organizzatore – un uomo di 49 anni – e poi gli altri partecipanti incrociando i dati delle celle telefoniche attivate nell’area del “G.B. Fabbri”.
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