Termina con un’assoluzione il processo sull’eredità artistica lasciata da Donato Droghetti, ex braccio destro di Farina ed ex capo allestitore al Diamanti dal 1960 al 1992, che vedeva la figlia imputata di appropriazione indebita di una piccola collezione fatta di opere, stampe, serigrafie, cataloghi e prove d’artista firmate da autori del calibro di Warhol, Guttuso, Schifano, Zancanaro, De Chirico, Morandi.
Per la giudice Alessandra Martinelli, che ieri pomeriggio ha letto il dispositivo della sentenza, il fatto non è previsto dalla legge come reato. Ovvero il fatto storico non viola alcuna norma incriminatrice.
Anche la procura aveva chiesto l’assoluzione (ritenendo non sussistente il fatto), così come la difesa della donna (avvocato Dario Bolognesi, sostituito dall’avvocato Federico Bolognesi). A chiedere la condanna, anche a un risarcimento da 100mila euro, è stata invece la parte civile, il fratello dell’imputata (assistito dall’avvocato Paolo Pavani).
Fu proprio il fratello a denunciarla, per ottenere quella che lui considerava una equa divisione dell’eredità.
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