
Da sinistra: Gulinelli, Di Natale, Sgarbi, Gusella e Paola Guccione
Ferrara torna a omaggiare Piero Guccione, grande maestro del Novecento. Dal 7 ottobre all’8 gennaio sarà possibile visitare la mostra ‘Mistero in piena luce’ al Padiglione d’Arte Contemporanea, a poco più di cinquant’anni dall’ultima esposizione ferrarese dedicata all’artista siciliano, organizzata nel 1971 da Franco Farina al Centro Attività Visive di Palazzo dei Diamanti.
L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con Il Cigno Arte e l’Archivio Piero Guccione, ripercorre cronologicamente l’intera produzione dell’artista presentando al pubblico oltre settanta opere tra dipinti e pastelli suddivisi in due capitoli: gli anni a Roma (1957-1972) e il ritorno in Sicilia (1970-2014).
“Questa mostra – ha detto alla vernice l’assessore Marco Gulinelli – è un’occasione imperdibile per contemplare da vicino la delicatezza, il silenzioso lirismo, l’intensità e la bellezza dei dipinti dell’artista siciliano, le sue sono opere da osservare in silenzio”. Gulinelli ha inoltre ricordato che la mostra su Piero Guccione è l’ultima in programma prima della chiusura per lavori del Padiglione d’Arte Contemporanea. “Questo luogo poi sarà dedicato a un altro grande protagonista della luce, Michelangelo Antonioni” ha concluso, ricordando le “30 mostre finora realizzate con oltre 400 mila visitatori complessivi”.
“Ferrara fa parte della storia di Piero Guccione, tornare qui dopo 51 anni è emozionante, grazie al lavoro dell’Archivio, abbiamo portato in mostra anche opere meno conosciute, alcune delle quali mai esposte prima”, sottolinea Paola Guccione, figlia dell’artista e presidente dell’Archivio Piero Guccione, che aggiunge: “non c’era modo migliore per poter ricordare mio padre”. Ieri, giorno di inaugurazione (6 ottobre), ricorreva anche l’anniversario della scomparsa, avvenuta nel 2018.
“La mostra – spiega il curatore della mostra, Vasilij Gusella – vuole essere un percorso, quasi fosse un viaggio: dalla sua Sicilia arriva a Roma, incontra Bacon, Balthus, e poi c’è il ritorno all’isola, assistiamo a un’esplosione di colori, di emozioni. Ferrara gli offrì la prima grande opportunità, appena poco più che trentenne. Ora questa accoglienza si rinnova raccontando tutto il suo percorso artistico”.
Per Vittorio Sgarbi, “dopo la morte di Fontana, Gnoli e Burri ha rappresentato la sintesi suprema di pittura figurativa e astratta” in Italia. Per il presidente Fondazione Ferrara Arte e ideatore della mostra insieme a Lorenzo Zichichi (Il Cigno), “andando a vivere a Modica, dipingendo dalla sua Sicilia, decide di porsi sul punto più estremo dell’occidente; diventa il guardiano del faro”. La sua grandezza, per Sgarbi, è stata quella di essere in controtendenza rispetto alle avanguardie imperanti all’epoca. “Piero Guccione è un grande poeta, osservare le sue opere è come confrontarsi con l’Infinito di Leopardi: tutto quello che è dietro la siepe, dietro la realtà, lui lo mette davanti”.
Il percorso espositivo, allestito al Padiglione d’Arte Contemporanea, mette a fuoco i temi prediletti dal pittore: dal rapporto fra il paesaggio urbano e la natura, alle poetiche e delicate variazioni sul tema del mare e del cielo, passando per gli omaggi ai grandi maestri del passato.
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