“Alla ricerca dell’uomo ragno”, Repetto si racconta al Teatro Nuovo
Il 14 maggio alle ore 21 va in scena al Teatro Nuovo di Ferrara lo spettacolo “Alla ricerca dell’uomo ragno” con Mauro Repetto
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Una rappresentazione teatrale realizzata per raccogliere fondi a favore del Comitato provinciale di Ferrara di Unicef onlus e dei progetti legati alle scuole ferraresi quella a cura della compagnia teatrale Squassa Marlet che metterà in scena a questo scopo la commedia dialettale “Al Calzular”, in programma per venerdì 7 ottobre alle 21 nella Sala Estense (piazza Municipio 14, Ferrara) con offerta libera. L’iniziativa è stata presentata nella sala dell’Arengo della residenza municipale dall’assessore alle Pari opportunità e alle Politiche familiari Dorota Kusiak, Anna Maria Faccini e Rossella Polastri di Unicef, dal regista Cesare Forlani e dall’attore Matteo Caleffi.
“Un’iniziativa importante – ha fatto notare l’assessore Dorota Kusiak – alla quale l’amministrazione ha dato il patrocinio perché la rappresentazione con finalità benefiche è anche un momento di promozione del territorio e del dialetto ferrarese. Siamo attenti a portare avanti fin dai più piccoli una valorizzazione della conoscenza del territorio e della cultura specifica locale. Da sottolneare poi che Unicef ha un’attenzione per la cultura dell’infanzia e dei diritti in relazione a conoscenza, promozione e rispetto di tutti i bambini”.
La rappresentazione della commedia “Al calzular” segna il debutto della compagnia ‘Squassa Marlet’. Il testo è stato scritto nel gennaio 1937, che il vecchio copione indica come anno XV dell’era fascista, circa un anno dopo la conquista dell’Etiopia da parte dell’esercito del regno d’Italia. In quel periodo, grazie all’intensa propaganda di regime, si era diffuso nella popolazione italiana il desiderio di trasferirsi in Abissinia, antico nome dell’Etiopia, allo scopo di migliore il proprio tenore di vita.
Questo argomento di carattere puramente storico si va ad intrecciare nella commedia con situazioni assai ingarbugliate all’interno della famiglia di Bastian, calzolaio di Voghenza. Questi non disdegna, nel prologo del primo atto, di raccontare con grande enfasi avvenimenti gioiosi e tristi della sua giovinezza, che sono un vero spaccato di vita vissuta dei primi anni del 1900 nel territorio ferrarese e fanno da introduzione alle intemperanze e ai litigi che segnano tutto il resto della commedia.
La presenza di Cesare Forlani è nella doppia veste di volontario dell’Unicef e di regista della commedia musicale “Al calzular”, allestita dalla compagnia di Voghenza ‘Squassa marlet’. A Voghenza la tradizione teatrale, soprattutto dialettale, ma non solo, è sempre stata molto radicata. Per chi aveva vent’anni nei primi anni Settanta è stato quindi facile cogliere l’opportunità di salire sul palcoscenico, come già avevano fatto i genitori e i nonni.
“A me, timido di natura e alquanto emotivo – spiega Forlani – si è presentato da subito il ruolo di suggeritore. Perciò, anziché salire sul palco, scendevo nella buca. Poi ho cominciato a organizzare gli spettacoli della compagnia, ho fatto l’aiuto regista, il regista e da un decennio anche lo sceneggiatore. Ne sono usciti alcuni testi classici brillanti del teatro italiano in dialetto ferrarese. Il contesto in cui si svolgevano i fatti è stato spostato in avanti nel tempo e di conseguenza sono state cambiate le battute cambiate e la trama è stata riadattata. La svolta, invece che mi ha indotto a fare commedie musicali in dialetto è da attribuirsi all’ingresso nella compagnia di Marco Filocamo, giovane in grado di esprimere in questo genere di spettacolo recitazione, canto e comicità, come, d’altra parte, gli altri tre amici da lui portati poco dopo nel nostro gruppo. A quel punto mi sono ricordato che in soffitta avevo pagine residue di vecchi copioni di tre commedie musicali degli anni Trenta e Quaranta di un autore di Voghenza dei primi anni del 1900, Gerardo Montanari. Della quarta opera da lui scritta, ci è pervenuto solo il titolo ‘Squassa marlet’“. E l’ironica definizione, che indica una persona che bussa a tante porte (il ‘marlet’ è il batacchio), ma che è anche metafora di seduttore o fanfarone, è stata scelta come nome della compagnia stessa.
Il regista-sceneggiatore conclude quindi: “Ho ricostruito e riadattato le tre commedie, le ho riordinate nel testo recitato e nei testi delle canzoni, aggiungendone alcune, tutte rigorosamente dell’epoca”. Gli arrangiamenti sono curati da Marco Filocamo, il cantante, attore, imitatore che si è esibito nel 2019 a Italia’s Got Talent.
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