Attualità
29 Settembre 2022
Alessandro Di Stefano ha assunto il comando lunedì ed esorta i cittadini a essere sempre più interlocutori e fonte di segnalazioni: "Avvicinate le pattuglie senza remore e parlate, ci aiuterebbe molto"

Il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri si presenta: “Conto sulla collaborazione dei ferraresi”

di Redazione | 2 min

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Nelle prime settimane ha l’intenzione di “osservare molto e parlare poco”, seguendo le orme del suo predecessore Gabriele Stifanelli. Il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri di Ferrara, il colonnello Alessandro Di Stefano, ha comunque già le idee molto chiare e conta di avere nei cittadini una fonte importante di segnalazioni e di collaborazione fattiva.

“Dalla mia esperienza americana – racconta ricordando l’esperienza alla Nato – devo dire che in Italia non abbiamo nulla da invidiare, ma una cosa però la vorrei: là negli Usa il cittadino è davvero il primo poliziotto”.

Di Stefano, originario di Udine pur essendo nato a Pavia nel 1974, dal 2018 al 2022 è stato infatti impiegato negli Stati Uniti presso il Comando Strategico della Nato denominato Act (Allied Command for Transformation), situato a Norfolk (Virginia), dove gli è stato assegnato il compito di implementare le capacità di polizia dell’Alleanza Atlantica. Il suo è un curriculum fatto di incarichi importanti in Italia e di diverse partecipazioni a missioni all’estero, in Kosovo, Iraq e Afghanistan, sia sotto egida Nato che dell’Unione Europea.

“Sono soddisfatto di essere ora a Ferrara – dice – città che ha potuto visitare già da inizio mese, per via della scuola dei miei figli, anche se ho assunto l’incarico lunedì scorso. Ho apprezzato l’alta qualità della vita e la laboriosità della popolazione, che è molto attenta al bene comune. Anche mia moglie è contenta in quanto, dopo avermi seguito in giro per il mondo, si è avvicinata a casa, essendo lei di Carpi ma con molti parenti nel Ferrarese”.

I propositi di Di Stefano sono chiari: “Conto di avere nel cittadino un interlocutore vero e che comprenda che non si può delegare sempre alle forze dell’ordine, che invece hanno la necessità di avere persone che collaborano. Mi piacerebbe che i cittadini non ci vedessero come quelli pronti a sanzionarli o punirli, ma che si avvicinassero alle pattuglie per parlare con i carabinieri e segnalare i problemi. Questo ci aiuterebbe molto nella nostra attività. Fra l’altro questo è uno dei compiti principali delle Stazioni dei Carabinieri, che esistono proprio per ascoltare i cittadini”.

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