La Curva Ovest Ferrara ha radunato in un padiglione della Fiera rappresentanze ultras da ogni parte del Paese per esprimere vicinanza a mamma Patrizia e papà Lino: "Questi giovani sono commoventi"
Tifoserie d’Italia unite nel nome di Federico Aldrovandi
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di Nicolò Govoni
Oltre i colori, oltre le distanze. Sabato pomeriggio i ragazzi della Curva Ovest Ferrara hanno radunato in un padiglione della Fiera rappresentanze ultras provenienti da tutta Italia per esprimere la propria vicinanza alla famiglia di Federico Aldrovandi, ucciso nella notte del 25 settembre del 2005, e dire di no a tutte le forme di abuso di potere.
Il messaggio lanciato dai ragazzi della Curva è stato recepito dalle tifoserie italiane, che si sono radunate tutte insieme in una sola città, Ferrara, luogo in cui Federico fu ucciso 17 anni fa: Modena, Bologna, Venezia, Molfetta, Ravenna, Fano, Carpi, Atalanta, Lanciano, Sesto San Giovanni, Perugia, Angri, Cava de’ Tirreni, oltre ogni rivalità come i tifosi di Sampdoria e Genoa, e anche dal mondo della pallacanestro, con rappresentanze dei Boys della Virtus Bologna e della Fossa dei Leoni fortitudina. Ovviamente non mancava la gemellata tifoseria di Ancona, e tante altre ancora. Insomma, tutti i colori insieme per Federico, che hanno emozionato la mamma Patrizia e il papà Lino.
“Questo incontro è fantastico, mi commuove vedere tanti ragazzi e persone da ogni parte d’Italia: le tifoserie superano i contrasti che normalmente ci sono per unirsi tutte nel nome di Federico”, ha detto Patrizia Moretti. “Credo che sia qualcosa di veramente grande e importante, che mi riempie il cuore. Sono grata a tutta questa gente per ciò che rappresenta, perché se ne parla normalmente molto poco: le persone sono sempre meglio di quello che ci si aspetta, faccio fatica a trovare le parole per esprimere quanto mi riempiano il cuore. Sono felice di questo incontro e sono gratissima alla Curva Ovest per averlo pensato e organizzato: loro hanno evidentemente il polso della situazione, è un mondo di persone che esprime realtà e pensieri, molto di più di quanto ci venga raccontato. Sono passati 17 anni, e ho visto dei ragazzi che hanno la stessa età che aveva allora Federico: erano piccolissimi quando è successo, eppure sono qui, e questo è bellissimo”.
E così Lino Aldrovandi: “È emozionante e commovente, non avevo dubbi sulla bellezza degli ultras, trascinati dalla Curva Ovest: sono ragazzi che hanno dentro qualcosa di fantastico e meraviglioso, una sensibilità e un amore verso la propria città. Federico era nato a Ferrara, era uno di loro, anche se non era un tifoso scatenato come lo sono io nel mio intimo – seguo la Spal da quando avevo 6 anni, ero in classe con il figlio di Massei, dentro di me grido ‘forza Spal, viva la vita’. Questi ragazzi mi fanno rivedere la voglia di vivere di Federico, quando lo vedevo entrare in casa sorridente e scherzoso, e mi chiedeva sempre cosa aveva fatto la Spal: scoprii, dopo un po’ di tempo, che me lo chiedeva soltanto quando la Spal vinceva; quindi, era un qualcosa di tenero e di bello, e io questi ragazzi li sento come dei figli. Sono venuti addirittura da Cava de’ Tirreni, poi c’è una famiglia, che non ha niente a che fare con gli ultras, che viene da Goriza. È un amore contagioso, specialmente di questi tempi così crudi, terribili per tutti e sotto tutti i punti di vista: è un segnale di pace, di serenità. Di utopia? Probabile. Però questi ragazzi ci stanno provando e sono encomiabili”.
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