Un confronto sui temi dell’occupazione e dello sviluppo del Petrolchimico, che non deve essere considerato ‘un problema’ perché supporta buona parte della produzione di altri settori e si è rivelato essenziale per il comparto biomedicale durante la pandemia. È stata la premessa su cui si è avviato il confronto, venerdì sera, al Petrolchimico, tra candidati Pd da una parte e sindacati e lavoratori dall’altra.
Ad aprire i lavori la senatrice uscente e candidata all’uninominale alla Camera, Paola Boldrini, che ha ripercorso “il nostro impegno, sempre, sul doppio versante istituzionale e partitico. Un impegno – ha sottolineato – verificabile nei numerosi atti e provvedimenti”. Boldrini ha accolto, insieme ai colleghi Marcella Zappaterra (Plurinominale alla Camera) e Antonio Fiorentini (Plurinominale al Senato), l’orgoglio manifestato dai presenti di appartenere a una realtà che col centro Natta è un’eccellenza che si distingue a livello internazionale e può fare la differenza nel guidare il Paese nella transizione ecologica, per cui servono politiche strategiche per il comparto della chimica.
La richiesta ai candidati, chiuso a maggio il cracking di Porto Marghera da cui arrivavano le materie prime e in difficoltà l’approvvigionamento da Priolo, è “dare vita, nel prossimo Governo, a un tavolo nazionale sulla chimica costantemente aperto”. Richiesta “che sfonda una porta aperta – ha accolto Boldrini – perché ci si stava lavorando, Stato e Regioni, quando è caduto il Governo”.
Ambiente e occupazione, come hanno sottolineato i candidati, non sono e non devono essere in competizione. “Parliamo di un sito – la chiosa unanime – in cui convivono ricerca, competenza, innovazione. E che non può in alcun modo essere trattato come un ‘problema’ per la città, che non può permettersi il rischio di perderlo”.
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