Spettacoli
19 Luglio 2022
La morte di Carlo Giuliani, la Diaz, Bolzaneto: Arci Emilia Romagna e Arci Ferrara, con la partecipazione di Ferrara Off e Cgil Ferrara, portano in città il racconto-spettacolo di chi ha vissuto in prima persona quei fatti

“Un altro mondo è possibile”, Di Modica riporta la Genova del G8 sopra un palco

di Redazione | 3 min

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Vent’anni più uno da quel luglio 2001. La morte di Carlo Giuliani, la Diaz, Bolzaneto. Sono nomi rimasti nella memoria di ognuno, sono momenti che hanno segnato la storia recente italiana e non solo. Ma in quel G8, in quelle manifestazioni organizzate dal movimento no global, dal “Popolo di Seattle”, c’erano istanze attraverso le quali si chiedeva un mondo migliore, un mondo più attento all’ambiente, a un’agricoltura sostenibile, a una giustizia sociale. Si chiedeva la Tobin Tax e uno sviluppo sostenibile così come una politica pacifista, ambientalista e antiproibizionista.

Nel giorno in cui Federico Aldrovandi avrebbe compiuto 35 anni Arci Emilia Romagna e Arci Ferrara, con la partecipazione di Ferrara Off e Cgil Ferrara, portano in città 20 anni – Cronache di inizio millennio dal G8 di Genova di e con Alessio Di Modica. “La memoria dei fatti accaduti a Genova è molto importante – ricorda Francesca Battista (Cgil) – ma altrettanto importante è portare avanti le istanze di quel movimento, tematiche la cui importanza è denotata dalla loro attualità”. “Ricordare Genova – spiega Walter Massa (presidente Arci Liguria) – significa chiedere verità e giustizia per un ragazzo di vent’anni che ci rimise la vita e che, come Federico, non ha avuto giustizia”. Ma significa anche continuare a impegnarsi nel portare avanti “lo slogan che ha fatto tremare il mondo: ‘Un altro mondo è possibile’”.

L’impegno in questo caso attraverso uno spettacolo che ricorda quei giorni vissuti dallo stesso Alessio Di Modica. Uno spettacolo vero e una ricerca accurata che completa l’esperienza vissuta dall’attore.  20 anni – Cronache di inizio millennio dal G8 di Genova nasce nel 2002 a meno di un anno dal G8: “All’inizio – spiega l’autore – era uno spettacolo di stomaco, ora è diventato uno spettacolo di cuore”.

Uno spettacolo potente con un ritmo dal sapore antico del Cunto unito alla potenza della gioventù di un linguaggio che riprende gli slogan e l’ingenuità di un’illusione. La rete Lilliput, Arci, gli Scout, la Fiom, i Cobas tutti presenti a una festa trasformata in tragedia da volontà che non si sono mai volute accertare. La partenza da un piccolo paese della Sicilia e quattro ragazzi che attraversano l’Italia per arrivare a Genova in quella che pare essere una festa piena di colori. Sui treni c’è chi si bacia e chi racconta cosa vuole da questa manifestazione, racconta quale sarebbe il proprio mondo ideale. C’è anche qualche vecchio partigiano che, dopo aver liberato l’Italia dal Nazifascismo, combatte ancora per un mondo migliore.

L’arrivo a Genova il 21 luglio, il giorno prima hanno ucciso un ragazzo, le famiglie preoccupate. Non è ancora finita, le cariche delle forze dell’ordine continuano. I limoni passano di mano in mano per contrastare, così si dice, gli effetti dei lacrimogeni. Anche la persona più pacifica fatica a tenere le mani alzate di fronte alle cariche, la paura fa fare cose che non avresti mai pensato. Anche durante la notte non c’è pace al Media Center e chi tenta di tornare alla stazione di Brignole viene caricato dall’esercito.

“Non c’è nulla di inventato” ribadisce Alessio Di Modica alla fine dello spettacolo. Lo spettatore lo sa. Ha letto libri e articoli di giornale. Ha ascoltato podcast, conosce i fatti. Alessio di Modica però è riuscito a portare lo spettatore indietro nel tempo, a fargli provare le emozioni di quei giorni. Il cuore batte forte, ansia, paura, frustrazione lo assalgono fino a quando non parte il treno per casa, la tensione scema e cadono le lacrime.

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