“Con la fusione perdiamo una Camera di commercio virtuosa”. A lanciare l’allarme è Riccardo Carrà, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti di Ferrara, intervenuto sulla situazione legata alla Ccia di Ferrara, ormai “definitivamente avviata verso l’annessione a quella di Ravenna, dopo cinque anni in cui si è cercato di percorrere tutte le strade per salvarla”.
“La Regione, infatti, ha sbloccato – spiega – il percorso di fusione degli enti camerali. Da sempre il nostro ordine si è schierato in maniera nettamente contraria alla legge che ha previsto la contrazione del numero di enti camerali sul territorio nazionale, in ottica di un risparmio che tuttavia non ci sarà mai. Sedi e personale, infatti, rimarranno invariati”.
“Chi ci ha guadagnato?” si domanda: “Probabilmente le Camere di Commercio con decine di migliaia di imprese iscritte, più attente agli equilibri politici rispetto alla vicinanza al territorio. Eppure, proprio su questo ultimo aspetto, ci terrei a soffermarmi. La Camera di Commercio di Ferrara, in particolare durante la presidenza di Paolo Govoni e la direzione di Mauro Giannattasio si è dimostrata un ente più che virtuoso. Un punto di riferimento per gli imprenditori e per i professionisti. Un’istituzione che ha saputo essere di prossimità senza essere provinciale nell’approccio. La capacità di essere utile alle imprese e al mondo dei professionisti è, a ben guardare, la ragione sociale di un ente come la Camera di Commercio. Ma questa capacità di essere ‘vicina’ alle imprese, la nostra camera l’ha garantita esclusivamente perché i suoi rappresentanti hanno saputo ascoltare le reali istanze del territorio”.
“Ed è per questo che, la fusione con Ravenna, comunque la si voglia leggere, rappresenta – aggiunge – un impoverimento del nostro territorio. Un territorio che, come già sottolineato più volte, sconta delle debolezze strutturali importanti e un gap competitivo piuttosto rilevante. Il sistema produttivo ferrarese, assieme a quello delle professioni, può però dimostrare una volta per tutte di essere in grado di proporre un progetto unitario. Presentarsi uniti in favore del territorio è l’unica strada per vederci riconosciuta, come territorio, la dignità che ci spetta. Infatti, solamente se avremo una buona rappresentanza nella governance camerale e se avremo idee brillanti da proporre, potremo sperare di determinare gli equilibri strategici del futuro del territorio. In questo senso, dunque, è auspicabile che i rapporti con i colleghi ravennati siano condivisi e proficui”.
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