“La peggior crisi da 70 anni ad oggi”. È la fotografia dell’Osservatorio sugli utilizzi idrici del Fiume Po, riunitosi venerdì mattina a Parma per monitorare la situazione di siccità e la conseguente magra del Fiume Po che sta restituendo un quadro davvero preoccupante.
“Il quadro complessivo proiettato, che registra la peggior crisi da 70 anni a oggi – recita la nota diffusa dall’Autorità di Bacino – è rappresentato da un insieme di indicatori idro-meteo-climatici tutti con il segno meno e con un fabbisogno per gli usi civili, irrigui e ambientali assolutamente più alto in questa stagione all’approssimarsi dei mesi estivi”.
“La situazione generale – dice ancora l’Autorità – non regala facili ottimismi per i prossimi mesi in cui si prospetta una scarsità persistente della risorsa e una mancanza di precipitazioni corredata da alte temperature. Per ora il grado di severità della siccità nel distretto è grave o estremamente grave con colorazione arancione in assenza di precipitazioni”.
Le pessime notizie partono dalle Alpi dove la neve “è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia”. Poi “i laghi, a partire dal Lago Maggiore, sono ai minimi storici del periodo (eccetto il Garda); la temperatura è più alta fino a due gradi sopra la media; la produzione di energie elettrica è in stallo; le colture, nonostante l’avvio tardivo di 15 giorni della pratica dell’irrigazione (esempio in Lombardia), sono tutt’ora in sofferenza; così come si accentua, con inevitabili danni ambientali a biodiversità e habitat, la risalita del cuneo salino a oltre 10 km dalla Costa Adriatica e con un utilizzo all’80% a 15 km dal mare”.
Proprio quest’ultimo dato riguarda da vicino il territorio estense: “In quelle aree del rodigino e del ferrarese l’irrigazione è tutt’ora sospesa o regolata in modo minuzioso nel corso della giornata”.
I problemi riguardano anche l’acqua potabile, per il momento solo in Piemonte e Lombardia, ma l’evoluzione della situazione potrebbe presto toccare anche l’Emilia-Romagna: “Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, conferma che l’attenzione è anche e soprattutto per le forniture di risorsa per il potabile: con un centinaio di comuni in Piemonte e 25 in Lombardia (Bergamasco) in cui l’associazione chiede ai sindaci eventuali sospensioni notturne per rimpinguare i livelli dei serbatoi con ordinanze mirate ad un utilizzo estremamente parsimonioso dell’acqua. Terna, in prospettiva delle prossime settimane, attesta anche la progressiva scarsità di risorsa utile per il raffreddamento adeguato delle centrali elettriche”.
Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), intervenendo a supporto della richiesta del segretario generale di AdBPo Meuccio Berselli di “rilasciare una quantità di risorsa sufficiente per dare maggior ristoro alle aree di valle in linea con il principio di sussidiarietà tra territori”, ha confermato – per dichiarazione del direttore generale Luigi Mille – che l’agenzia, in qualità di ente regolatore dei rilasci dal Garda, “sta già provvedendo proprio in queste ore a rilasciare un’ulteriore quantità di acqua (fino a 10 m3/sec) rispetto alla media per dare livelli più alti alle zone di valle”.
Nella seduta dell’osservatorio il comparto idroelettrico ha dato la propria disponibilità, indipendentemente dalle concessioni legislative, a sostenere il settore primario dell’agricoltura in caso di manifesta necessità produttiva. I Grandi laghi (Il Lago maggiore ha un riempimento al 34%, Como al 53% ed il Garda al 66%) hanno confermato la possibilità di scendere sotto i livelli minimi di invaso per contribuire ad alimentare con continuità e, per quanto possibile, i corsi d’acqua di valle sia per finalità irrigue che per il mantenimento dell’habitat e della biodiversità.
Il prossimo aggiornamento è previsto per martedì 21 giugno.
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