Attualità
27 Maggio 2022
Presentato in Comune a Ferrara il progetto e la campagna "Forti sì, ma anche fragili". Uno sportello dedicato e una serie di attività e incontri psicoeducativi

Un aiuto a chi aiuta, Coop Serena tende la mano ai giovani caregiver

di Redazione | 4 min

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Un ‘piccolo esercito silenzioso’, i ragazzi che aiutano in maniera continuativa nel tempo un familiare o una persona cara che non può farlo da sola: a risentirne è la loro adolescenza, soprattutto perché sono invisibili. Sono i giovani caregiver, di cui si è parlato ieri giovedì 26 maggio nella sala del Consiglio comunale in occasione della presentazione della campagna “Forti sì, ma anche fragili”, organizzata da Cooperativa Serena con la collaborazione della cooperativa Piccolo Principe e Ado Ferrara. All’incontro ha partecipato un gruppo di studenti dell’istituto Einaudi in presenza, mentre altri istituti erano collegati da remoto.

Sono intervenute Eleonora Boarini, counselor e Marta Zola, psicologa e psicoterapeuta per discutere del tema ‘Essere giovani caregiver non è un gioco da ragazzi’, poi Francesca Bulzoni, psicologa e Sara Lampronti, psicologa e psicoterapeuta parlando di “Avere cura di chi si prende cura percorsi di consapevolezza e condivisione”. Hanno introdotto i lavori Cristina Coletti, assessore alle Politiche Sociali, Veronica Tomaselli, dirigente ufficio scolastico regionale ambito territoriale di Ferrara, e Chiara Bertolasi, vicepresidente di Cooperativa Serena.

“Il tema di oggi vede i ragazzi in prima linea – afferma Coletti -. Come Amministrazione riconosciamo valore ai caregiver e abbiamo messo a disposizione attraverso un bando 100mila euro per la realizzazione di progetti. L’evento di oggi va a coronare quello che è il mese di maggio, dedicato al grande ruolo che hanno i caregiver”.

“Abbiamo deciso – spiega Tomaselli – di coinvolgere i ragazzi delle scuole secondarie per capire cosa vogliamo rappresentare rispetto ad una progettualità riguardo ai giovani caregiver- spesso voi ragazzi, e la pandemia lo ha mostrato, inconsapevolmente assumete questo ruolo rispetto a dinamiche familiari che hanno coinvolto tutti. La finalità di questo progetto è quello di raggiungere una consapevolezza rispetto ad un tema molto delicato ma che credo debba far parte del vostro crescere e del vostro progetto educativo, e che vi consentirà di diventare i cittadini di domani”.

“I giovani caregiver sono tanti – continua Bertolasi -, circa 400 mila. Questo piccolo esercito silenzioso non deve essere lasciato solo, perché prendersi cura di un’altra persona fa sentire molto soli, è un peso enorme per un adulto, e ancora di più per un giovane che ha diritto alla spensieratezza, il progetto è dedicato a dare sollievo a questo peso”.

Come hanno spiegato le relatrici, il progetto, varato ieri e che durerà fino a settembre, ha l’obiettivo di alzare il velo dell’invisibilità e fare in modo che chi vive questo ruolo sia consapevole, e che tutta la società sappia che esiste un ragazzo che si assume impegni di solito associati ad un adulto.

Il giovane caregiver infatti è un ragazzo che si prende cura regolarmente di una persona cara, c’è una continuità duratura nel tempo, che soffre di una malattia cronica, oncologica, di una disabilità psichica o fisica, di una dipendenza da sostanze o altro. La persona di cui si prende cura può essere una persona che vive sotto lo stesso tetto, vicino, o fuori dalla propria casa. L’impegno di cura del giovane caregiver è aiutare in modo regolare la persona cara, con un impegno significativo, sulla gestione della casa, accompagnare la persona alle visite mediche e procurare i farmaci, aiutare nella cura personale, oltre ad occuparsi di figli piccoli o anziani in casa, e supportare, incoraggiare la persona fragile.

La vita del giovane caregiver a scuola si caratterizza per ritardi, scarso rendimento, molte assenze, dispersione scolastica, bullismo e difficoltà relazionali con compagni e docenti. Le relazioni amicali e affettive sono difficili per mancanza di tempo o spensieratezza, nel tempo libero non ha hobby continuativi. Il rischio per questi ragazzi è un vissuto molto fragile, si diventa grandi prima del tempo, ci si comporta da genitori, solitudine, si rischia di essere vittima di bullismo perché non può fare tutto ciò che fanno i compagni, e quindi ci si sente diversi, con difficoltà nel progettare il proprio futuro, perché la necessità è soddisfare sempre i bisogni di altri prima dei propri, e oltretutto sentirsi invisibili.

Il progetto, oltre a uno specifico sportello dedicato ai giovani caregiver, che sarà aperto il martedì e il giovedì dalle 14:51 e contattabile via telefono Whatsapp al 3272271047, prevede una serie di attività: 22 e 29 giugno, 14 e 21 settembre dalle 17 alle 18 si terranno webinar sulla piattaforma Zoom a cura di professionisti dalla cooperativa Piccolo Principe, mentre dal 16 giugno al 28 luglio, tutti i giovedì dalle 16.30 alle 18.30, saranno organizzati incontri psicoeducativi e di mindfulness di gruppo e individuali presso la cooperativa Serena, in via Boschetto 26 a Ferrara. Il progetto culminerà a ottobre con la realizzazione, in collaborazione con l’artista Alessio Bolognesi, del murales simbolo della consapevolezza del valore sociale dei giovani caregiver. L’opera che sarà riprodotta sul muro sarà selezionata con un concorso riservato ai ragazzi dell’Istituto Einaudi di Ferrara.

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