di Lucia Bianchini
‘Sette anni e il contratto non si vede, Assofarm, mettiti gli occhiali’, ‘per Assofarm siamo invisibili, ma noi ci siamo sempre’, fino all’ironico ‘Più proposte meno supposte’, sono alcuni degli slogan sui cartelli dei farmacisti delle farmacie comunali Afm e Soelia di Ferrara e Argenta, che nella mattinata di mercoledì 11 maggio hanno aderito allo sciopero proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil Uiltucs e manifestato in piazza Municipale.
Motivo dello sciopero è il mancato rinnovo del contratto nazionale farmacie Assofarm, scaduto da sette anni, e il non aver trovato con Assofarm condizioni che diano risposte alla dignità dei lavoratori, che soprattutto durante i due anni di pandemia sono stati sempre presenti come presidio per i cittadini, aperti anche in zona rossa. “Il problema – denuncia Maria Lisa Cavallini, segretaria di Filcams Cgil – è che non si riconosce il lavoro, ma si snocciola solo il problema dei costi all’interno delle farmacie”.
“Dopo due anni di pandemia – racconta Stefano Gamberini, farmacista – pensavamo ci fosse la volontà di sedersi a un tavolo e veder riconosciuto l’impegno che c’è sempre stato, in particolare in questi anni, invece non c’è stata nessuna volontà di iniziare una trattativa. Le proposte portate al tavolo da Assofarm sono state rifiutate immediatamente: il punto che a noi dà estremamente fastidio è che quando si ragiona sul contratto dei farmacisti questo venga etichettato come costo, quindi siamo solo e sempre catalogati alla voce costo, mai alla voce risorsa”.
“Ieri a Bologna – spiega Fabio Leo di Uiltucs – abbiamo incontrato la Prefettura per questo stato di agitazione e abbiamo dichiarato che non ci sono le condizioni per sottoscrivere nessun accordo, perché sono stati fatti degli incontri, ma nessun passo avanti: non ci sono state aperture complete, siamo molto lontani per quanto riguarda il salario”.
Come ricostruisce Maria Lisa Cavallini, nel 2016 è stata fatta una piattaforma, nata dalle istanze dei lavoratori, in cui i sindacati hanno chiesto, senza successo, di aprire la contrattazione. “Non si è aperto nulla – sottolinea la segretaria -, la risposta è arrivata con la firma del contratto di Federfarma, il contratto nazionale delle farmacie private, che trova un equilibrio, una risposta, perché intervengono le organizzazioni sindacali che richiedono che, vista la richiesta di un maggiore impegno dai lavoratori, si riconosca un contratto nazionale. Federfarma lo ha firmato perché su nostra richiesta è intervenuto il Ministero alla Salute, è partita la contrattazione, ma non ci siamo trovati a discutere di un adattamento economico, bensì ci chiedono di trovare la modalità di recuperare dei costi. La trattativa è andata avanti, non ci siamo alzati dal tavolo, ma nei vari step della trattativa non ci sono state date risposte, quindi è stato aperto lo stato di agitazione e la mobilitazione a livello nazionale”.
Nella mattinata di sciopero le sigle sindacali sono state ricevute a palazzo Municipale, avendo richiesto un colloquio con il sindaco Alan Fabbri e Luca Cimarelli, presidente della holding Ferrara Servizi.
È stato un colloquio sereno e di condivisione secondo Cavallini: “Questa manifestazione non è solo territoriale, ma è all’interno di un percorso nazionale, perché si parla di rinnovo del contratto nazionale. Ci sarebbe dovuto essere anche il sindaco, in realtà ci ha accolto solo il presidente Cimarelli, con cui abbiamo avuto un incontro molto sereno e di condivisione su quelle che sono le prospettive e le necessità di prospettiva dal punto di vista dell’occupazione e del riconoscimento della professionalità. Il presidente si è impegnato a farsi carico di portare le istanze dei lavoratori per il riconoscimento del giusto valore che hanno espresso in questi anni di pandemia anche al tavolo dell’associazione datoriale, che è Assofarm”.
“Abbiamo colto – conclude Luca Benfenati di Fisascat Cisl – una disponibilità da parte di Afm a intervenire, siamo molto soddisfatti perché ciò che hanno fatto i farmacisti e lo spostamento delle attività delle farmacie comunali dalle vendite ai servizi ai cittadini, che durante la pandemia si è molto incrementato come obiettivo, è stato colto dalla proprietà, che se ne farà carico nei confronti di Assofarm per velocizzare le trattative per un contratto collettivo nazionale, che è l’obiettivo di questo sciopero, con il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”.
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