Prodi a Ferrara: “Bisogna dialogare con il lupo”
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Bondeno. L’infermiere di famiglia e di comunità (Ifec), attivo da qualche settimana a Bondeno, si presenta ufficialmente sul territorio con il preciso obiettivo di diventare un punto di riferimento per la salute della comunità matildea nella direzione di un’assistenza sempre più proattiva e vicina al paziente sul territorio.
Il nuovo servizio – già operativo da dicembre 2021 con un progetto pilota partito nel Comune di Ferrara e successivamente implementato a Mesola e Goro, Bondeno e Cento (località Reno Centese) e a Fiscaglia – è ora presente su tutti e tre i Distretti e svolge il suo ruolo assistenziale in particolare nell’ambito dei nuclei famigliari, sia al domicilio del paziente, sia in ambulatorio o nelle strutture intermedie e di lungodegenza in cui viene ricoverato.
Il servizio è stato illustrato in conferenza stampa oggi, martedì 10 maggio presso la Casa della Salute di Bondeno dove è aperto l’ambulatorio dell’infermiere di famiglia e di comunità, alla presenza della direzione Ausl, della giunta comunale quasi al completo e delle due infermiere Marinella Bontempi e Anna Alina Merighi, due professioniste bondenesi doc appositamente formate e qualificate per questo ruolo assistenziale.
“Si tratta di una innovazione nell’approccio alla salute perché queste nuove figure di prossimità sono in grado di leggere e intercettare i bisogni dei cittadini e superare la frammentazione tra servizi sanitari e sociali – spiega Annamaria Ferraresi, direttrice del Distretto Ovest -. Tra le attività su questo territorio, caratterizzato da una popolazione anziana in progressivo aumento per l’assistenza domiciliare, vi è l’assistenza alle famiglie con bisogni complessi, la presa in carico a 360 gradi del paziente e dei familiari e l’integrazione con organizzazioni e associazioni anche per la promozione della salute e della prevenzione. Insomma, non un ‘prestatore’ di un servizio in più ma una vera vocazione di relazione“.
“Un plauso all’Ausl per il forte impegno a migliorare la sanità territoriale cogliendo gli stimoli giunti da questa amministrazione, obiettivo già raggiunto con l’apertura del punto prelievi di Pilastri – interviene il sindaco Simone Saletti -. Ottima idea quella di portare il servizio a casa delle persone, ma da parte dell’amministrazione c’è la piena disponibilità a mettere a disposizione eventuali immobili per l’apertura di ulteriori ambulatori territoriali”, anche “in ottica di contatto con i servizi sociali” come aggiunto dalla vicesindaco con delega ai servizi sociali Francesca Piacentini.
“Il percorso di implementazione del modello Ifec è partito in piena pandemia con un percorso di formazione trasversale ed è destinato a crescere in futuro” evidenzia Marika Colombi della Direzione Infermieristica e Tecnica, sottolineando l’importanza della “relazione come strumento di cura” e della “connessione con i servizi per risposte capillari a fragilità socio sanitarie”.
“In questa prima fase di avvio, riceviamo richieste specialmente in merito alle dimissioni dei pazienti fragili a domicilio: in questo caso il nostro compito è educare i familiari nell’assistenza e controllare la presenza di presidi e ausili per non lasciare soli i caregiver – afferma l’infermiera Marinella Bontempi -. Ma vi è tutto un percorso più ampio di prevenzione, dalla correzione degli stili di vita ai consigli per ridurre il rischio di cadute accidentali”.
“È un altro modo di fare la sanità che vede il cittadino attore della propria salute” conferma la collega Anna Alina Merighi, pronta a “essere un sostegno e un riferimento per il nostro territorio, coinvolgendo scuole e associazioni e facendoci conoscere come facilitatori dei percorsi, anche solo per l’orientamento ai servizi”.
Per ogni paziente, infatti, viene predisposto un piano assistenziale personalizzato e quindi mirato ad una presa in carico complessiva e a tutto tondo, che va dalla prevenzione, alla cura e agli aspetti riabilitativi. Il professionista lavora in stretto raccordo col servizio di assistenza domiciliare, con il medico di famiglia dell’assistito e con le altre figure professionali che lo hanno in carico.
Presenti in conferenza anche Micaela Pandini, dirigente infermieristica Distretto Ovest e Daniela Sarti, responsabile organizzativo della Casa della Salute di Bondeno.
Anche la direttrice generale AuslFe Monica Calamai ha voluto inviare un messaggio in cui rimarca: “Quella di puntare sull’infermiere di famiglia e di comunità è una precisa scelta di politica sanitaria, mirata ad un’assistenza sempre più proattiva e vicina al paziente sul territorio. Scelta che inoltre si addice molto bene al contesto del Ferrarese, soprattutto nelle aree più ‘rarefatte’ e periferiche. A Bondeno, che ha un territorio comunale molto ampio, le due infermiere individuate potranno dare sicuramente un utile contributo. Intendiamo proseguire su questa strada con professionisti sempre più qualificati, grazie anche al nuovo Master che prende il via proprio domani presso l’Università di Ferrara, sulla figura dell’Ifec”.
BONDENO: Casa della Salute / Comunità di Bondeno – via Dazio 113/A
Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e al sabato dalle 8 alle 14
È possibile anche l’accesso diretto in sede, orario di apertura al pubblico dal lunedì al sabato dalle 12 alle 13
Tel. 0532884212 – e-mail: ifc.bondeno@ausl.fe.it
Infermieri di riferimento: Merighi Alina – Bontempi Marinella
Il servizio può essere attivato direttamente dal cittadino, dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, tramite accesso diretto in ambulatorio, e-mail e contatto telefonico.
Per ulteriori informazioni su servizi offerti, modalità di attivazione, orari e contatti, è possibile consultare il sito www.ausl.fe.it/argomenti/come-e-dove-curarmi/infermiere-di-famiglia-e-di-comunita
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