Attualità
9 Maggio 2022
Gli studenti del liceo scientifico hanno esposto i lavori usciti dalla collaborazione con il Mit

Il ministro Bianchi al ‘Roiti’ per il progetto Hope

di Redazione | 2 min

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C’era anche il ministro Bianchi al liceo Roiti per partecipare all’open day del programma HoPE, Hands on Physics Experience, svolto dall’istituto in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (Mit), il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife e la locale sezione dell’Istituto di Fisica Nucleare (Infn).

Finalmente, dopo due anni di silenzio a causa della situazione pandemica, si è potuto svolgere presso il liceo scientifico “A. Roiti” di Ferrara il consueto open day finalizzato alla esposizione dei lavori realizzati dagli studenti del triennio nell’ambito del progetto di istituto HoPE, Hands on Physics Experience with M.I.T., alla presenza del dirigente scolastico Roberto Giovannetti e del direttore dell’Infn sez. di Ferrara, Roberto Calabrese.

Grande è stato l’entusiasmo generato nei ragazzi coinvolti e in tutta la comunità HoPE e intensa l’emozione di incontrare il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e l’assessora alla Pubblica Istruzione del Comune di Ferrara, Dorota Kusiak, che hanno raccolto l’invito a partecipare all’iniziativa.

L’evento conclude il percorso svolto durante l’intero anno scolastico e fa da cornice ad una settimana definita “intensiva”, alla presenza di un gruppo di esperti dell’Edgerton Center del Massachusetts Institute of Technology (MIT), che si è sviluppata dal 26 aprile al 5 maggio 2022 con attività di vario genere.

Gli obiettivi di Hope sono quelli di incoraggiare e supportare gli studenti ad acquisire conoscenze nelle discipline STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Math) attraverso metodologia hands on, ovvero attraverso esperienze pratiche, a coinvolgimento diretto, che stimolino la loro curiosità ed il desiderio di apprendere; riconoscere l’importanza della socializzazione e della collaborazione nella costruzione della propria conoscenza e più in generale nel raggiungimento di un obiettivo; sviluppare e potenziare l’autostima negli studenti attraverso l’assunzione di responsabilità: “my voice matter”; e rendere gli studenti autonomi nella costruzione della propria conoscenza e formazione.

Bianchi, che per la prima volta aveva occasione di incontrare i ragazzi di HoPE, si è dimostrato molto interessato a conoscere i dettagli del progetto, la metodologia didattica utilizzata, ma soprattutto ha voluto ascoltare le loro voci di diretti protagonisti, per comprendere il valore formativo dell’esperienza vissuta.

Ancora una volta la scuola si fa “laboratorio”, luogo di incontro, condivisione, confronto, opportunità educativa e formativa che può allargare i propri spazi di azione. Lo dimostra il fatto che studenti e docenti di HoPE, insieme allo staff di Ed Moriarty, nei giorni successivi hanno organizzato un’attività di formazione rivolta ai docenti presso il Polo Scientifico Tecnologico dell’Università di Ferrara e proposto attività ludico-scientifiche ai bambini rifugiati ucraini presso la Chiesa Greco Cattolica di Via Cosmè Tura.

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