Cronaca
22 Aprile 2022
I movimenti dell'imputato nelle ultime ore prima dell'omicidio ricostruiti tramite la testimonianze. Alla sorella scrisse: “È morta, non sono stato io”

Femminicidio Placati. Saveri diede soldi e bancomat alla ex moglie: “Potrebbero servire, siate forti”

di Daniele Oppo | 4 min

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Bondeno. “Tieni questi, potrebbero servire, siate forti”.

Con queste parole Doriano Saveri avrebbe consegnato alla sua ex compagna 450 euro, la sua carta bancomat con il pin e la sua copia delle chiavi di casa. Insieme a tre borse contenenti gli effetti personali ‘rimasti’ dopo circa 20 anni di vita insieme. Erano le 7,30 circa del mattino di lunedì 22 febbraio 2021. Rossella Placati era già stata uccisa e nessuno, tranne l’assassino, ancora lo sapeva; un’ora dopo Saveri (47 anni) si recherà nella caserma dei carabinieri di Bondeno dicendo di averla trovata morta in casa, di essere rovinato e di non essere stato lui.

Lo scambio è stato raccontato dalla donna, Daria Vallieri, sentita come testimone nell’udienza di giovedì davanti alla corte d’assise presieduta dalla giudice Piera Tassoni (a latere Alessandra Martinelli). Una testimonianza molto complessa, stante una sua certa reticenza, che ha ‘costretto’ il pm Stefano Longhi a scavare con molta decisione nella sua memoria. E d’altronde sia lei che la sua amica (che vive in casa sua), quel 22 febbraio non raccontarono tutta la verità ai carabinieri, essendosi messe d’accordo sul non riferire agli inquirenti che Saveri era stato nell’abitazione di Vigarano anche il giorno prima, domenica, per ben due volte: una al pomeriggio – circostanza riferita solo il 17 marzo successivo – e poi alla sera, verso le 21, quando diede a Vallieri 650 euro “per le spese” e si intrattenne circa mezz’ora, quaranta minuti prima di andare via per rispettare il coprifuoco al tempo vigente.

Perché dire mezza verità? Vallieri a la sua amica (Caterina Fiorini, sentita anch’ella come testimone) non concordano troppo tra le dichiarazioni di allora e di oggi e si percepisce che cercano di destreggiarsi in una narrazione costellata di buchi logici e contraddizioni: senza motivo vero, per proteggere la figlia da non si cosa, per evitare – disse la madre agli inquirenti – di essere coinvolta da Saveri in quel qualcosa di brutto che intuiva avesse fatto – “Pensai a una rapina, avevo la sensazione che stesse scappando, ma l’ho pensato in modo scherzoso”.

Saveri inviò un messaggio vocale a sua figlia, al tempo 13enne: “Le diceva di essere forte, piangeva, […] rimase scossa”, racconta Fiorini.

Le due donne hanno anche riferito che l’uomo, almeno alla sera di domenica, indossava un maglione scuro che presentava “un filo tirato” o proprio “un buco”. Una barista che verso le 7,30 di lunedì vendette una pacchetto di sigarette a Saveri ha sostenuto che i vestiti – maglione e pantaloni in particolare – indossati al momento in cui venne fotografato dai carabinieri in caserma non erano quelli che aveva quando si presentò al bar.

Tra domenica a lunedì l’imputato ebbe diversi e significativi scambi di messaggi anche con sua sorella Tania (e col suo fidanzato, col quale parlò di voler denunciare Placati perché lo diffamava): “Era triste e stava piangendo, disse che Rossella lo aveva disintegrato, che stava male”, racconta ai giudici. E alla sua risposta preoccupata su cosa stava succedendo, Saveri replicò “lo scoprirai in seguito” e, ancora, “stai tranquilla, tanto purtroppo è così […]. Mi sono sfogato”. La sorella, dopo aver saputo che avevano litigato pesantemente, invitò Saveri ad allontanarsi da casa, a lasciar perdere, a non fare cose che gli avrebbero rovinato la vita. Il lunedì successivo, alle 8 del mattino, le scrisse “è morta, ma non sono stato io. È importante che voi ci siate”.

Sentiti come testimoni anche alcuni vicini di casa della Placati sui movimenti dell’auto della donna nella notte tra domenica e lunedì – in orari nei quali potrebbe essere avvenuta la morte -; sulle liti di vicinato che portarono Placati a far installare (pare da Saveri) delle telecamere, e del fatto che quei dispositivi non fossero più presenti il 21 febbraio (vennero ritrovati in garage, ndr) mentre pare che il sabato fossero ancora installati.

La cassiera di un market di Ponte Rodoni ha infine detto che Placati fece una piccola spesa la domenica sera e che, a suo parere, aveva appena pianto perché aveva gli occhi gonfi ed era sciupata di viso.

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