C’è anche il deputato della Lega ed ex segretario del sindacato di polizia Sap, Gianni Tonelli, tra gli otto indagati per diffamazione aggravata e in concorso nei confronti di Ilaria Baraldi, consigliera comunale del Pd.
Le indagini sono state chiuse recentemente dalla pm Barbara Cavallo. La vicenda riguarda un post scritto su Facebook dallo stesso Tonelli il 30 agosto del 2020 nel quale, ben quattro anni dopo, attaccava Baraldi per l’ormai famigerato post sugli “spaccini”, diventato clava politica usata spesso e volentieri contro la consigliera dem.
Ma nell’attaccarla per quel post, Tonelli ne ha travisato il senso, attribuendole anche falsamente frasi in realtà mai scritte da Baraldi, come “meglio spacciatori che agenti”.
Baraldi aveva, in realtà, scritto e inteso altro, in un post ristretto ai soli amici su Facebook, il 20 settembre 2016, in riferimento alla concentrazione di forze dell’ordine in tenuta antisommossa che presidiava lo stadio Mazza per una partita della Spal: “Dite quello che vi pare. A me impressiona e spaventa molto di più un gruppo di ultras urlanti e la polizia in tenuta antisommossa che 4 spaccini in bicicletta”.
“Io non ho paura della Polizia – ha scritto Tonelli -. A me spaventa di più un esponente del Pd, partito al governo, che preferisce gli spacciatori ai poliziotti. A me come a tutte le persone per bene non spaventa la Polizia. Notizia datata, ma la “signora” è ancora al suo posto. Evidentemente dichiarazioni del genere non sono state ritenute degne di dimissioni”.
Nei tantissimi commenti si scatenò un fiume d’insulti e offese da parte di diversi utenti, sette dei quali – residenti nelle province di Genova, Palermo, Perugia, Mantova, Cesena, Milano e Catanzaro – oggi sono finiti nei guai (cinque di essi sono assistiti dall’avvocato Filippo Sabbatani).
Tra di loro vi è anche un poliziotto, che si è prodigato in un commento particolarmente odioso e grave: “Io ti romperei il culo ti faccio vedere se hai paura della Polizia, lurida baldracca, quando ti prendi a botta?… E tu sei una mignotta lurida bastarda”.
Non meno offensivi altri insulti: “Chiaro… gli spacciatori se la fottono in tutti i sensi e lati… strafatta in tutti i sensi” o, ancora, “in galera subito questa troia” e poi “Sei una grandissima merda. Fatti meno, cogliona”. C’è poi chi chiede manganellate, chi impiccagioni e chi dimissioni dalle istituzioni da parte di “queste merde”.
Insomma, commenti che trascendono la critica politica, sconfinano nella contumelia e nell’attacco alla persona, lesivi della dignità morale e intellettuale della consigliera comunale, che aveva provveduto a sporgere querela, assistita dall’avvocato Luca Morassuto.
E non è la prima volta che per la storia “spaccini” finisce in tribunale.
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