Economia e Lavoro
2 Aprile 2022
Dopo quattro anni di sperimentazione in campo, Unibo certifica che i fertilizzanti prodotti da Herambiente e Enomondo dal recupero di rifiuti biodegradabili sono equivalenti o migliori di quelli prodotti attraverso altri processi industriali

Fondazione Navarra: fertilizzanti dal riciclo dell’organico migliori per produzione agricola e sostenibilità

di Redazione | 3 min

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L’evento è stato l’occasione per esporre i risultati di una sperimentazione quadriennale avviata nel 2019 da Herambiente, Enomondo, Fondazione Navarra e Università di Bologna, per studiare le potenzialità di fertilizzanti ottenuti dal recupero di materiali biodegradabili su colture estensive e sulla fertilità del suolo. La sperimentazione, tutt’ora in corso, ha raggiunto un punto di analisi che consente di avere risultati verificabili e procederà per approfondire ulteriormente le evidenze sinora acquisite.

Le prove già acquisite, comunque, hanno dimostrato che, dal punto di vista produttivo e qualitativo, l’impiego di ammendanti e correttivi derivanti dalle filiere del recupero garantisce risposte produttive equivalenti o superiori rispetto ai fertilizzanti prodotti attraverso altri processi industriali, anche con impiego in purezza.

A quanto emerge dalla sperimentazione appena conclusa questi prodotti, che trovano il loro uso ottimale nei piani di fertilizzazione in integrazione con la fertilizzazione chimica, oltre ad elevare il livello della produzione agricola, conseguono anche l’obiettivo di apportare sostanza organica e a migliorare le caratteristiche chimico-fisiche-microbiologiche del suolo.

Inoltre, per l’effetto carbon sink, contribuiscono significativamente al contenimento della CO2 in atmosfera, a realizzare un sistema in sintonia con i principi dell’Economia Circolare e dunque, in sintesi, possono contribuire a rendere più sostenibile l’intero comparto della produzione ortofrutticola.

La sperimentazione: 4 anni in campo con i fertilizzanti “da recupero”

I fertilizzanti oggetto della sperimentazione sono stati prodotti da Herambiente ed Enomondo, che li hanno ottenuti attraverso processi di riciclo dei materiali organici provenienti dalla raccolta differenziata urbana e dalle produzioni agroalimentari. Essi sono stati impiegati nella rotazione agronomica quadriennale tipica del territorio agricolo ferrarese secondo uno schema sperimentale classico, confrontato con la conduzione agronomica ordinaria.

Questi fertilizzanti sono poi stati impiegati nel blocco di terreni dedicato alla sperimentazione della Fondazione Navarra, che ha invece operativamente eseguito le prove ed i rilievi sulle colture. Il Dipartimento Distal dell’Università di Bologna, infine, ha agito come responsabile scientifico delle prove e ha eseguito le analisi chimiche su terreni e fertilizzanti.

Filippo Brandolini, presidente di Herambiente e di Enomondo: “Una corretta gestione dei rifiuti organici fornisce un contributo rilevante all’economia circolare e alla decarbonizzazione perché da essi, che rappresentano oltre un terzo in peso dei rifiuti urbani, si possono ottenere energia, combustibili rinnovabili – come dimostrano le consolidate esperienze di Herambiente nella gestione di impianti di digestione anaerobica – e fertilizzanti utili per l’agricoltura. Oggi, grazie alla collaborazione con enti di assoluto valore scientifico come l’Università di Bologna e la Fondazione Navarra, che si sono impegnate con noi in uno studio scientifico durato ben quattro anni, abbiamo la dimostrazione che la sostanza organica riciclata ha caratteristiche di elevata qualità per l’agricoltura, che garantisce la sostenibilità del comparto e la qualità dei suoi prodotti. Senza dimenticare che la produzione di fertilizzanti da riciclo di rifiuti biodegradabili e dal recupero degli scarti dell’industria agroalimentare, consente di ridurre la dipendenza dall’estero, che, come stiamo vedendo in queste settimane di conflitto tra Russia e Ucraina, può rappresentare un fattore critico.”

Nicola Gherardi Ravalli Modoni, presidente Fondazione per l’Agricoltura Fratelli Navarra: “Alla luce dell’efficace collaborazione instaurata con Herambiente, Enomondo e UniBo, visti i risultati ottenuti, auspichiamo la prosecuzione e se possibile l’ampliamento della prova sperimentale, per poterne valutare la sostenibilità ambientale in un periodo ancora più lungo”.

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