Il 31 marzo cesserà lo stato di emergenza da pandemia Covid. Ma non tutti possono gioire. Questa data porta con sé diverse conseguenze. Tra queste c’è la modifica degli orari dei dormitori pubblici, che interessa circa 80 persone nel comune di Ferrara.
“Preoccupati”, se non “disperati”, sono gli utenti del dormitorio di Via XX Settembre che temono la chiusura della struttura negli orari diurni. La struttura, gestita dall’associazione Filippo Franceschi per conto dell’Asp, rientra nel Piano freddo. che viene normalmente sospeso da maggio fino al 1o novembre, ripristinando la modalità prevista ante-Covid. Attualmente sono ospitati 17 uomini ( 11 al piano superiore, 6 al piano inferiore) e 4 donne nel settore femminile.
Interessata della questione da Estense.com, l’assessora Cristina Coletti ha scritto ad Asp, sollecitando, in previsione della conclusione dello stato di emergenza e tenuto conto dell’andamento pandemico non ancora stabilizzato, “nella gestione dei dormitori, di posticipare il ritorno all’orario prestabilito dalla gara al 30 aprile”.
Detto fatto. Asp ha inviato una comunicazione ai gestori, specificando che dal 1o maggio verrà ripristinato l’orario notturno, indicativamente dalle 20 alle 8.
“Il problema è che ci sono persone che non reggono 12 ore in giro per strada. Alcuni sono malati”, lamentano dall’interno gli ospiti.
Ma la risoluzione del problema non è facile. A monte della gestione delle strutture e dell’accoglienza ci sono bandi precisi, e gli enti preposti devono rispettarne le condizioni, pena sanzioni o decadenza. Asp sta studiando possibili vie, specie per XX Settembre, per venire incontro alle esigenze degli ospiti.
Sul tema interviene anche la consigliera del gruppo misto Anna Ferraresi. che fa notare come tra gli ospiti ci sia anche “una persona straniera che sembrerebbe versare in gravi”, con “problemi di tipo psichico, non vaccinata per il Covid-19, la quale passa il maggior tempo del tempo a letto. Le condizioni in cui versa sono preoccupanti: mangia solo un po’ di pane, rimane a letto la maggior parte del giorno, non si lava, non interagisce con gli altri e soprattutto non vuole essere aiutata”.
Ferraresi chiede quindi a sindaco e assessore competente se sia stata pensata “una sistemazione alternativa agli attuali ospiti e come vengano seguite queste persone dal servizio Asp e come gli assistenti sociali si rapportino con i soggetti in evidente difficoltà”.
La consigliera chiede poi “quali opportune considerazioni socio-sanitarie si evincono dalla recente visita medica richiesta dall’operatore della struttura venerdì 25 marzo, all’ospite che versa in condizioni palesemente critiche” e come il sindaco. “in qualità di massima autorità sanitaria del Comune di Ferrara, a tutela del benessere psico-fisico della persona in evidente stato di necessità, intenda agire a livello concreto”.
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