Attualità
18 Marzo 2022
Una ricerca in collaborazione con l'Ospedale Universitario di Basilea (Svizzera) e con l'Università di Chieti ha per la prima volta dimostrato che, in linea di principio, esistono possibili vie di trattamento farmacologico

Malattie muscolari congenite, studio Unife individua molecola per ripristinare la forza

di Redazione | 2 min

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Francesco Zorzato e Susan Treves

Uno studio condotto dall’Università di Ferrara in collaborazione con l’Ospedale Universitario di Basilea (Svizzera) e con l’Università di Chieti ha per la prima volta dimostrato che, in linea di principio, esistono possibili vie di trattamento farmacologico per un gruppo di malattie dell’apparato muscolare assai invalidante e oggi ancora incurabile.

Si tratta di una famiglia di malattie genetiche rare che portano a debolezza muscolare di braccia e gambe, con conseguenti serie difficoltà di movimento, e di altri muscoli del corpo come quelli della masticazione, per cui le persone devono essere alimentate artificialmente tramite l’impiego di un sondino.

Le ricercatrici e i ricercatori hanno dimostrato in modelli sperimentali preliminari che esistono delle molecole capaci di ripristinare la forza della contrazione muscolare.

“Alla base di questa famiglia di malattie vi è un ‘guasto’ nella produzione di una proteina presente nei muscoli. Le bambine e i bambini portatori di una specifica mutazione presentano questo guasto e sono colpiti da malattie muscolari congenite”, spiega Francesco Zorzato, professore del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie e principal investigator dello studio.

“I risultati della ricerca hanno portato a individuare una molecola in grado di correggere il guasto nei meccanismi che regolano la produzione della proteina e di promuovere la forza sviluppata dai muscoli”, aggiunge Susan Treves, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie, tra le autrici dello studio.

I risultati sono preliminari, ma rappresentano una speranza che diventerà più concreta con “lo studio di modelli animali e arrivando a trial clinici”, conclude Zorzato.

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